Una “messinscena” a Cetona in ricordo di Guido Ceronetti. Domani 24 agosto uno spettacolo degli attori del Teatro dei Sensibili nel giorno del suo compleanno

È trascorso circa un anno della scomparsa di Guido Ceronetti, e gli attori del Teatro dei Sensibili, i suoi ragazzi, nel giorno del suo compleanno, si cimenteranno nel riportare sul palco il suo spirito di poeta e drammaturgo, anzi, i suoi “deliri” e le sue “visioni”.Domani, sabato 24 agosto, alle ore 21.00, presso i giardini della Sala Polivalente di Cetona, andrà in scena lo spettacolo “Ceronettiade”, con gli attori Luca Maceri, Eleni Molos, Valeria Sacco e Filippo Usellini.Il Teatro dei Sensibili nasce nasce nel 1970, fondato da Guido Ceronetti e dalla moglie Erica Tedeschi, inizialmente destinato ad esibirsi di fronte a pochi intimi, tra cui importanti registi e scrittori, diventa poi itinerante e pubblico raccogliendo intorno a sé una compagnia di giovani attori.Protagoniste del teatro le marionette ideofore, attraverso le quali l’artista, provocandone il movimento mediante il filo di acciaio che le attraversa come fosse la loro anima, rappresentava la verità della condizione umana, con quel loro stare ritte “solo per cadere”. Ceronetti era nato a Torino il 24 agosto del 1927, anzi, come per lungo tempo amò lui stesso dire attraverso un apposito sigillo, quel giorno segnava l’inizio del suo esilio, l’esilio dal mondo in cui “espiamo qualcosa che non sappiamo”, perché in fondo “è bello sentirsi in esilio perché così pensi che una patria possa esistere”.Quale migliore giorno dunque per ricordarlo attraverso uno spettacolo in cui i suoi attori ritrovano insieme a noi il loro Guido, in quella Cetona che lo aveva accolto con calore e discrezione, e dove si svolse la sua ultima partecipazione pubblica ad un evento, il Cetonaverde Poesia, l’importante manifestazione culturale dedicata a giovani poeti della cui giuria era anche presidente onorario.Una “messinscena” questa Ceronettiade che si preannuncia come un viaggio intorno all’esistenza, impalpabile e denso allo stesso tempo. Un viaggio intorno all’assurdo di una vita da odiare, ma dalle esperienze irrinunciabili come insegnava Emile Cioran, amico di Ceronetti, o perché “ogni cosa è senza scopo ma è avvincente perché la viviamo” come dice Andrea Molesini nel suo libro “Polvere innamorata”, citato nel cartellone dello spettacolo.