Val d’Orcia ART Festival:l’importanza dell’emigrazione dei pastori sardi in Toscana al centro della tavola rotonda su “Pastorizia, Turismo e Sostenibilità – il valore della biodiversità nel territorio di Radicofani” con la  partecipazione della Vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi

 Di Giulia Benocci

L’importanza dell’emigrazione dei pastori sardi in Toscana dai primi anni ’60 agli ’80 è stata più volte sottolineata all’interno del ‘Val d’Orcia ART Festival’ di Radicofani quando si è svolta la Conferenza “Pastorizia, Turismo e Sostenibilità – Il valore della biodiversità nel territorio di Radicofani” organizzata con la collaborazione del circolo “Peppino Mereu”, della FASI e della Regione Sardegna. L’associazione sarda inoltre ha organizzato la mostra personale dell’artista incisore sardo Antonio Corriga che durante i giorni del Festival è stata esposta nella Sala Consiliare di Radicofani.  Alla Conferenza sono intervenuti, dopo i saluti del Presidente del Val d’Orcia ART Festival’ Angela Maria Sanna, il Consigliere comunale con Delega alla cultura, Fausto Cecconi; la Presidente del Circolo‘Peppino Mereu’ di Siena Dina Meloni;i Professori Tommaso Sbriccoli e Piergiorgio Solinas; la Vice Presidente della Regione Toscana e Assessore all’Agro-alimentare Stefania Saccardi. Ha moderato l’incontro  Daniele Gabrielli. “L’evento è stato organizzato dall’associazione sarda di Siena, la FASI e patrocinata dalla Regione Sardegna, vista l’importante comunità sarda sul territorio presente e attiva– ha ricordato la Presidente del Val d’Orcia ART Festival Angela Maria Sanna – . Sono molto orgogliosa di questo evento e di questa giornata, visto le mie origini sarde, perciò per me è una grande emozione ospitare l’Associazione sarda di Siena”. Poi il Consigliere comunale Cecconi ha fatto presente che “la Radicofani di oggi deve la sua stabilità economica anche a chi è partito da un’altra Regione ed è venuto qui a vivere e lavorare. Quindi per noi è una cosa molto sentita”.Fino a metà degli anni ’80 si stima che si siano insediati in Provincia di Siena circa 350 famiglie di pastori provenienti dalle aree centrali della Sardegna. Questa importante presenza, che aveva avuto inizio negli anni sessanta favorita dagli ampi spazi lasciati liberi dalla crisi della mezzadria e dall’abbandono nelle campagne toscane, soprattutto nei comuni di Asciano, Monteroni, Montalcino e Radicofani, ha permesso il recupero produttivo di terreni spesso marginali, contribuendo alla difesa del territorio contro i dissesti idrogeologici, ma anche alla salvaguardia di specifiche nicchie ecologiche prima abbandonate dall’agricoltura industriale e che ora stanno trovando piena valorizzazione. Il Professor Solinas ha parlato della sua esperienza visto lui stesso ha lasciato la sua la Sardegna per emigrare in Toscana: trattando il tema dell’emigrazione e ricolonizzazione delle nuove terre inutilizzate, mettendo a confronto la crisi della mezzadria che c’è stata dagli anni ’60 alla pastorizia. “La situazione di isolamento in cui si è trovato l’emigrato sardo appena arrivato in Toscana è stata spaesante – ha affermato il Professor Solinas – . Il pastore arrivato in Toscana si è trovato ad intraprendere uno spirito d’impresa e di rischio e di lasciarsi alle spalle un ‘mondo’ per aprirsi a una nuova realtà . Quindi cambiare restando se stessi, conservando il patrimonio di cultura e il progetto d’impresa che poi si è visto realizzare”.Il fenomeno di emigrazione sarda ha permesso il recupero dei terreni che erano spesso considerati marginali, contribuito alla difesa del territorio per il dissesto idrogeologici e soprattutto alla salvaguardia delle biodiversità.  “La tutela e la valorizzazione dell’“agrobiodiversità” è un tema che la Regione Toscana segue dal 1997, prima regione in Italia ad aver legiferato in materia – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – . Oggi, a più di 20 anni, sono state iscritte nei Repertori regionali e conservate 897 risorse genetiche tra le quali 772 a rischio di estinzione, attivati 190 Agricoltori Custodi e 10 banche del germoplasma, coordinati e sostenuti da Terre Regionali Toscane. La prossima programmazione dello sviluppo rurale che sappiamo sarà gestita a livello nazionale non più regionale, vede la Regione impegnata a trovare spazi per il sostegno dell’agrobiodiversità della Toscana, all’allevamento di razze animali e varietà vegetali a rischio di estinzione soprattutto con progetti locali, territoriali e di filiera, ad ampio respiro, anche su territori come la Val d’Orcia e l’Amiata. La pastorizia in certi territori risulta un prezioso aiuto per la tutela della biodiversità e la gestione di interi comprensori che altrimenti cadrebbero nel più completo abbandono.Per questo – ha proseguito – stiamo dedicando grande attenzione anche al settore della pastorizia e transumanza”. A conclusione della tavola rotonda è stato proiettato il documentario “Transumanze” del regista sardo Andrea Mura a cura del Circolo Sardo Peppino Mereu che è stato costituito proprio per conservare l’identità e favorire l’integrazione nella società toscana.