Val d’Orcia e sito scorie nucleari: cinque associazioni  ambientaliste chiedono di costituire una fascia di protezione per il Parco della Val d’Orcia per “ tutelarlo da eventuali interventi che, pur esterni al parco, avrebbero  conseguenze devastanti”

La costituzione di una fascia di protezione per il Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia patrimonio UNESCO è stato chiesto in una lettera ai presidenti dell’Unione Comuni Valdichiana Senese , dell’Unione Comuni Amiata Val d’Orcia , della Regione  e della Provincia di Siena  e al Soprintendente per le Province di Siena, Arezzo e Grosseto, alla  Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, alla Fai Siena  e alla Legambiente Valdichiana  dalle associazioni Il Bersaglio”, il Comitato “A.Ri.A.”, l’Associazione “Opera Val d’Orcia”, il Club UNESCO Siena, Italia Nostra Siena. In un comunicato le cinque associazioni  sostengono che “il dibatto che si è sviluppato attorno all’ipotesi che nel Comune di Trequanda, a ridosso dei confini del Parco, potrebbe essere realizzato un deposito unico nazionale per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi ci spinge ad alcune riflessioni. Considerata la totale incompatibilità di detta eventuale scelta con i valori propri ed “universali” che hanno portato a riconoscere la Val d’Orcia come patrimonio dell’Umanità, l’Associazione “Il Bersaglio”, il Comitato “A.Ri.A.”, l’Associazione “Opera Val d’Orcia”, il Club UNESCO Siena, Italia Nostra Siena ritengono opportuno e necessario prevedere l’individuazione di una “fascia di rispetto” lungo tutto il perimetro del Parco. Ciò è indispensabile per tutelare lo stesso da eventuali interventi fortemente impattanti che, pur formalmente esterni al Parco per posizione, avrebbero conseguenze devastanti. Considerato che l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese ha in avanzata fase l’elaborazione del Piano Strutturale Intercomunale, chiediamo agli estensori dello stesso di valutare seriamente il nostro appello, giacché il casus belli in discussione in questi giorni ha evidenziato il problema dell’inesistenza di una fascia di “pre-tutela” dei “valori” propri del Parco. Di fatto, tale fascia potrebbe configurarsi come un’area “preParco” nella quale vietare, in modo assoluto, tutti gli interventi di significativa trasformazione, che potrebbero determinare irrimediabili pregiudizi per il Parco stesso, in quanto del tutto incoerenti con la sua natura. Tale fascia di rispetto non annullerebbe le forme di tutela già in essere sui territori comunali legittimate dai vari strumenti di Pianificazione Locale, Provinciale e Regionale, ma andrebbe ad aggiungersi ad essi, garantendo però una soglia minima di tutela omogenea intorno a tutto il perimetro del Parco. Quanto precede è peraltro in coerenza con il Piano di Indirizzo Territoriale – Disciplina di Piano Paesaggistico, art. 17 comma 3 lett. b “.