Val d’Orcia: mai aperta la Centrale a Biomasse di Gallina; denuncia di  Nicoletta Innocenti (Opera Val d’Orcia), “approfittatori che prendono il malloppo (contributi pubblici, Certificati Verdi) e scappano e a noi, al territorio, all’ambiente lasciano luoghi devastati, compromessi, inquinati”

Dalla Presidente dell’associazione culturale “Opera val d’Orcia” Nicoletta Innocenti riceviamo e pubblichiamo

“Chiusa, in liquidazione, all’asta. Qualcuno sostiene di non averla mai vista lavorare. Eppure durante le riunioni raccontavano alla popolazione che la centrale avrebbe rappresentato un volano fondamentale per il sud del senese, che avrebbe dato lavoro a decine di persone, che le aziende avrebbero ricevuto energia gratis, che i coltivatori diretti si sarebbero arricchiti con la vendita di cascami e residui dell’agricoltura. Balle. Balle di approfittatori che prendono il malloppo (contributi pubblici, Certificati Verdi) e scappano e a noi, al territorio, all’ambiente lasciano luoghi devastati, compromessi, inquinati, ovunque e anche in Val d’orcia, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Come si concilia tutto questo con un percorso di sviluppo lungimirante? Come si può immaginare che un territorio che fa del paesaggio e delle eccellenze agro alimentari spesso biologiche (vino, olio, pecorino, grano) il proprio brand principale possa tollerare truffe di queste proporzioni? Siamo in grado di imparare qualcosa dalle esperienze fallimentari del passato, peraltro recente? Vogliamo renderci protagonisti del futuro di questa valle, fragile e preziosa, o siamo disposti a farci rinfinocchiare dal prossimo che esibisce specchietti per le allodole? Si fa molto prima a distruggere che a costruire”.