Arezzo ; donne e uomini senza fissa dimora e persone in grave disagio economico e sociale vaccinati in piazza Giotto, di fronte alla mensa Caritas

Non hanno una definizione precisa ma il termine invisibili aiuta a capire la loro condizione: donne e uomini senza fissa dimora, persone in grave disagio economico e sociale, giovani che lottano contro le loro dipendenze, migranti irregolari. Il vaccino è un diritto per tutti e Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro e Asl Tse hanno deciso di impegnarsi insieme per garantire il vaccino anche agli invisibili. Punti di riferimento sono oggi la mensa in piazza Giotto e la prossima settimana quella in piazza San Domenico dove viene collocato il camper messo a disposizione dalla Misericordia di Arezzo.  L’iniziativa è stata presentata stamani in piazza Giotto dall’Arcivescovo Mons. Riccardo Fontana; da monsignor Giuliano Francioli, Direttore della Caritas diocesana; Pierluigi Rossi, Governatore della Misercordia e Antonio D’Urso, Direttore generale della Asl Tse. “La pandemia ha messo a nudo e amplificato i problemi di giustizia sociale – ha ricordato il vescovo Riccardo -, ed ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la ineguaglianza della nostra società. E il virus, che non ha fatto eccezioni tra le persone, ha evidenziato ancor più la fragilità della nostra società. E’ diventato quasi un mantra: il covid 19 ha creato nuove disuguaglianze, ha aumentato quelle esistenti a livello di singoli territori, delle Nazioni, tra Paesi, nel mondo intero – ha continuato il Presule -. Questo per causa diretta della malattia e per tutti gli effetti diretti ed indiretti della stessa. Poi ci sono quelli che, con linguaggio giornalistico, vengono chiamati invisibili: persone, gruppi di popolazione a livello locale, nelle nostre città, tra le nostre case, e – perfino – intere comunità nazionali che non esistono nei programmi di mitigazione, di prevenzione, nei “ristori” o nelle future politiche di rilancio. Invisibili, ma presenti. Sono parte della nostra comunità, spesso difficili da raggiungere, talvolta senza tessera sanitaria, con problemi comunicativi, talora anche con pregiudizi reciproci, che dobbiamo comunque raggiungere perché questo anello debole della nostra comunità costituisce la misura della nostra reale e ferma volontà di tutelare ciascuno”.
Monsignor Francioli ha qualificato come “gesto di vicinanza e di carità la vaccinazione” e il Governatore Rossi ha ricordato che “la Misericordia ha messo a disposizione della Asl Tse il camper della salute – in questa particolare occasione – per le persone che attendono di essere ascoltate e ricevute. E quindi di essere vaccinate. La Misericordia ha finora fatto 30 uscite nel corso delle quali sono state effettuate 400 vaccinazioni”.
Infine il Direttore generale Antonio D’Urso ha sottolineato la novità rappresentata dai camper nella campagna vaccinale: “con gli hub abbiamo invitato le persone a venire da noi, con i camper siano stati noi ad andare dai cittadini. Prenotazioni e accessi liberi. Abbiamo sperimentato e attuato ogni possibile forma per incentivare la vaccinazione. Nelle ultime settimane, alla ripresa delle lezioni e del lavoro, ci siamo concentrati su scuole, fabbriche, aree commerciali e zone artigianali in collaborazione con categorie economiche e sindacati. Adesso ci mettiamo a disposizione, insieme alla Diocesi  e al Vescovo Fontana, delle persone più deboli e fragili. Qualcuno le definisce invisibili perché vivono ai margini, non hanno né voce né visibilità, soffrono in silenzio. Hanno però gli stessi diritti di ognuno di noi e tra questi c’è anche il vaccino. L’attenzione nei loro confronti deve essere ancora più grande perché le loro fragilità rischiano di privarli di questo diritto. Ringrazio la Caritas che in questa iniziativa è il nostro punto di riferimento e la Misericordia che continua a mettere a disposizione il camper”.