Arezzo: indagine di Fipe-Confcommercio , a Natale pranzo al ristorante per oltre 28 mila aretini

Oltre 28mila aretini, l’8,3% della popolazione residente in provincia, trascorreranno il pranzo di Natale al ristorante. Una scelta che svilupperà un volume d’affari di quasi 2 milioni di euro, calcolando che la spesa media a persona per un menù tutto compreso si aggira quest’anno intorno alle 70 euro. È quanto emerge dall’indagine condotta dalla Confcommercio aretina sui dati previsionali di Fipe-Confcommercio, l’associazione nazionale che rappresenta i pubblici esercizi italiani. “L’ottimismo tra i ristoratori è alto”, sottolinea il direttore aggiunto di Confcommercio Firenze-Arezzo Catiuscia Fei, “se da una parte sono assediati dai problemi, tra rincari energetici e aumento dei prodotti, e ancora devono recuperare quanto perduto durante la pandemia, dall’altra sono rincuorati dalla grande attenzione dei consumatori. La gente ha voglia di socialità e di trattarsi bene, per quanto possibile. Da qui, la scelta di organizzare i pranzi per le feste, da sempre piuttosto impegnativi soprattutto per le donne, in un ristorante dove si è serviti di tutto punto. Rispetto al Natale 2022, questa tendenza è in crescita di un punto percentuale ma ancora dobbiamo recuperare i risultati preCovid”.  Il 46,5% dei ristoratori proporrà l’opzione del menù fisso, bevande incluse, mentre gli altri continueranno a proporre il menù alla carta. E se la spesa media a persona sarà di 70 euro, 10 euro in più rispetto al 2021, in un locale su 4 si potrà mangiare anche spendendo circa 50 euro. Dalla stima di Confcommercio, saranno quasi 600 (567) i locali aperti per il pranzo di Natale in tutta la provincia, in pratica il 65% di quelle esistenti. Lo scorso anno, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia, erano stati il 67,6%. “Tra chi ha deciso di chiudere i battenti c’è anche chi ha avuto difficoltà a trovare personale nei giorni festivi”, spiega Catiuscia Fei, “un problema che va affrontato con politiche formative e di lavoro serie, perché se continua così rischiamo di perdere tante occasioni di crescita sia per l’occupazione sia per le imprese”.