Arriva a Grosseto la serra “indoor”, l’innovativo laboratorio per la formazione di esperti in agricoltura digitale, realizzato in collaborazione con l’Enea . È stata installata nelle aule di Its-Eat, a disposizione dei corsisti, degli studenti grossetani e delle imprese

Misura 240 centimetri per lato e a vederla sembra una tenda installata dentro a una stanza. Invece è un miracolo di tecnologia. La serra “indoor”, un modello in scala di quelle già utilizzate in alcune realtà, è solo l’ultima delle dotazioni di laboratorio avanzate, che l’Istituto tecnico superiore (Its)– Eccellenza agroalimentare toscana (Eat) mette a disposizione dei propri studenti nei due corsi, in partenza a ottobre, per la formazione di tecnici specializzati in agricoltura “4.0” (percorso Agrifuture) e tecnologia agroalimentare (percorso Enofood).   È stata installata nei giorni scorsi nelle aule di via Giordania a Grosseto e in futuro potrà essere utilizzata anche dagli studenti delle scuole superiori locali che seguono corsi in questo settore, dell’Università e delle imprese del territorio. L’obiettivo è simulare e studiare il funzionamento di una serra totalmente computerizzata, dove fare pratica per quella che ormai viene definita agricoltura digitale, l’agricoltura del futuro.   «Non è una serra che prende luce dall’esterno, ma una struttura per la coltivazione di vegetali in un ambiente chiuso, in cui tutto ciò che serve alla vita delle piante viene dato dall’uomo attraverso un computer. È la macchina che analizza i “bisogni” della pianta e regola luce (artificiale, a led), acqua, temperatura e nutrienti», spiega Nicola Colonna, ricercatore dell’Enea nel campo dell’agricoltura e della sostenibilità delle produzioni agricole, membro del comitato tecnico scientifico di Its-Eat, che collabora al progetto insieme al collega Luca Nardi, anima “tecnica” della serra indoor.   «È a tutti gli effetti una coltivazione idroponica – aggiunge – in cui i semi vengono appoggiati su un substrato all’interno di vassoi uno sull’altro a varie altezze, in verticale in modo da moltiplicare la superficie a disposizione. Quindi, attraverso un sistema computerizzato, viene programmato l’intero ciclo di produzione, creando artificialmente l’ambiente naturale, compresa l’alternanza giorno-notte. Ovviamente è un laboratorio che non ha finalità produttive, per cui coltiviamo diversi tipi di piantine per 15 giorni, in modo che gli studenti possano studiare il controllo computerizzato delle fasi della crescita».  La serra  indoor di via Giordania è il primo laboratorio del genere a disposizione degli studenti, realizzato da Its-Eat grazie a un finanziamento regionale di 142mila euro, sul progetto Leopard, acronimo di Laboratorio territoriale aperto per l’agricoltura digitale.
«Realizzato da noi, ma aperto alle scuole, all’università e alle imprese – dice Paola Parmeggiani, direttore di Its-Eat – come del resto rientra nelle finalità del nostro istituto. Ovvero formare, ma fare anche rete con altre realtà per la diffusione della formazione e della conoscenza. In Toscana, ad esempio, abbiamo già presentato i poli tecnico-professionali di Montecatini e del Mugello, ovvero percorsi di formazione per docenti, con l’utilizzo di laboratori. La serra indoor rientra in questo complesso sistema formativo da utilizzare per la didattica e per fare esperienza sull’innovazione dell’agricoltura digitale. Un’occasione unica per gli studenti grossetani che si iscriveranno ai nostri corsi, per fare pratica “in casa” su un laboratorio con un così elevato livello di tecnologia».