Castiglion Fiorentino : l’incontro struggente ed emozionante con la famiglia Capacci ricordando il fratello Sabatino ucciso per mano dei tedeschi il 2 luglio 1944. Gina Capacci:  “La ferita non si è mai richiusa”

Domani  compie 89 anni ma, come ogni anno e come in ogni circostanza felice e spensierata, il suo pensiero va al fratello Sabatino, ucciso il 2 luglio 1944 per mano dei  tedeschi nel burrone di Senaia.  “La ferita non si è mai richiusa” ha detto Gina Capacci che , insieme ai suoi fratelli e amici, tra cui Giuseppe Porcini che ha agevolato l’incontro, è stata ricevuta dal sindaco Mario Agnelli e dall’assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi.  Il luogo dove fu ucciso suo fratello Sabatino, in prossimità del ponte della Senaia,  è vicino al cippo, recante il nome di 3 soldati e di due partigiani uccisi dai tedeschi,  inaugurato lo scorso anno proprio il primo luglio, giorno della tragedia. La cerimonia, infatti, fu in memoria di Luigi Gnerucci, Antonio Bartolini e Luigi Guerri, i tre soldati cortonesi morti i primi giorni di luglio (1 o 2 Luglio) del 1944 per mano dei tedeschi. I tre furono fucilati per rappresaglia  in località Senaia. Nella stessa zona e il giorno dopo, due partigiani aretini, Sabatino Capacci, appunto, e Giulio Rossi, entrambi ventenni, catturati a Favalto, vennero fucilati nel letto di un ruscello nella zona della Noceta. “Grazie all’interessamento di un castiglionese l’episodio che ha visto coinvolta la famiglia Capacci rimarrà a perenne ricordo della nostra collettività che lo potrà ricordare anche attraverso il cippo che abbiamo posizionato e inaugurato lo scorso anno e che fa parte del “Sentiero dei Papaveri”, un progetto nato per valorizzare, conservare e trasmettere la memoria dei caduti della Prima e Seconda Guerra Mondiale, presentato durante le celebrazioni  dello scorso 25 Aprile” dichiara il sindaco Mario Agnelli. Nel territorio castiglionese sono presenti 18 tra targhe e cippi a ricordo delle vittime dei conflitti. L’itinerario, 50 chilometri circa, prende avvio da Palazzo San Michele per snodarsi nel centro cittadino, nelle frazioni e concludersi al monumento dei caduti ai Giardini Pubblici. I pannelli a corredo dei monumenti ricordano il sacrificio dei castiglionesi anche attraverso  le numerose testimonianze personali, familiari o amici delle vittime che  hanno restituito una fotografia inedita del dramma della guerra.