Chiusi oggi protagonista di tante iniziative legate al 25 novembre e alla giornata contro la violenza alle donne.Intervento dell’assessora Maura Talozzi

Da Maura Talozzi, assessora alla scuola, infanzia, sociale e sanità, riceviamo e pubblichiamo

“La violenza contro ragazze e donne è la violenza dei diritti umani più diffusa, basta considerarla nella sua interezza e non limitarsi a nominarla solo in caso di omicidio di donne (secondo l’ultimo rapporto UN Woman nell’ultimo anno 2 donne su 3 hanno riferito di aver subito una qualche forma di violenza).La violenza contro le donne è un fenomeno “liquido” :si presenta sotto varie forme (dal catcalling alla diversità di trattamento nel mondo del lavoro, dalla violenza domestica alla limitazione del diritto di autodeterminazione nel portare avanti, o meno, una gravidanza, dal bodyshaming alla violenza economica ed ancora violenza psicologica, stalking, violenza fisica, violenza morale e violenza sessuale) e colpisce trasversalmente a prescindere da età, background e livello d’istruzione.  Sebbene così persistente e pervasiva la violenza di genere non è inevitabile.  Come detto dalla giornalista Maria Novella De Luca in un suo articolo uscito su Repubblica alcuni giorni fa (articolo che mi ha molto colpito e condivido a pieno) “la violenza di genere è una cattiva pianta che ha radici diffuse nell’educazione familiare, nell’asimmetria del lavoro e degli stipendi”, e per sradicarla occorre un cambiamento profondo nella cultura nel nostro Paese, ma possiamo farcela.La semplice applicazione dell’evoluto quadro normativo che l’Italia negli ultimi anni ha messo in piedi certo aiuterebbe, ma la scarsa sicurezza della pena limita l’effetto deterrente. Quindi ciò che servirebbe, al di sopra di tutto, è porre al centro la dignità della donna in ogni ambito della vita sociale.Dovremmo imparare dai bambini: per loro, prima che i grandi intervengano con i loro condizionamenti, la parità di genere è la normalità.Dovremmo lavorare sull’equilibrio culturale e ciò ci permetterebbe di considerarci davvero sullo stesso piano, faciliterebbe la modifica del linguaggio discriminante e non ci farebbe più considerare “strano” vedere una donna in un ruolo apicale così come un padre che segue la famiglia, la casa e i figli. Perché la parità di genere deve essere garantita anche agli uomini e proprio tramite loro ci sarà possibile fermare la violenza e sostenere e proteggere le donne che denunciano ed aiutarle a ricrearsi una vita.”