Dal Belucistan a Perugia: il maestro pakistano Ustad Noor Bakhsh, 78 anni, per il suo tour europeo il 6 giugno fa tappa anche in Umbria ospite di SacredNoise
Ustad Noor Bakhsh, maestro pakistano del Benju (cetra a tasti tipica del Belucistan), a 78 anni è diventato un vero e proprio caso musicale a livello mondiale grazie al suo album di debutto “Jingul”, pubblicato lo scorso anno dalla britannica Hive Mind Records. Il suo tour europeo ora fa tappa anche in Italia e Perugia,grazie alla rassegna SacredNoise, è una delle sole tre città che lo ospiteranno. SacredNoisecon la sua nona edizione anche nel 2024 continua a portare la musica, tra tradizione e contemporaneità, nei luoghi nascosti e più suggestivi della città di Perugia. Scenario del concerto saranno giovedì 6 giugno (ore 21.15) i Giardini del Tempio di Sant’Angelo. Il musicista pakistano maestro di questo strumento orientale misterioso suonerà quindi dal vivo per una imperdibile prima volta a Perugia, tra folklore e spiritual. Da quando è stato scoperto dalla scena musicale internazionale ha iniziato a girare per importanti festival europei come Glostonburyin Inghilterra, Roskilde in Danimarca, Les Guess Who in Olanda e per i più importanti club europei. Registrato dal vivo al tramonto sul torrente Shadi Kaur, vicino al villaggio di Noor, nei pressi di Pasni, l’album di Bakhsh è caratterizzato dal suono di un benju elettrificato, amplificato con un vecchio pick-up e un amplificatore Phillips che Bakhsh ha trovato in un mercato di Karachi. Lo strumento assomiglia a una chitarra slide dotata di tasti come quelli di una macchina da scrivere di un tempo e simile anche al taishōgoto giapponese e a strumenti affini della vicina India. Il Belucistan invece si trova a cavallo tra l’odierno Pakistan e l’Iran, ma la sua musica, in particolare quella del Makran, evoca le ben documentate migrazioni e navigazioni, le storiche relazioni con l’Africa, la Persia e l’Arabia attraverso il mondo dell’Oceano Indiano. Bakhsh suona quindi musica Baluci, ma anche varianti folk di raga indostani, melodie farsi, curde e di tutte le diverse lingue del Pakistan, come quelle in pashto e punjabi, e interpretazioni di brani di Bollywood. E poi composizioni originali radicate nella musica baluci. Per il tour è accompagnato da due suonatori di damboora, un liuto a manico lungo a due corde.