Foiano della Chiana : fino al 3 agosto la mostra di pittura e scultura di Giulio Galgani nella Chiesa della Carbonaia
Da oggi 6 luglio al 3 agosto la Chiesa della Carbonaia a Foiano della Chiana ospita “Moby Dick in una stanza”, mostra personale di Giulio Galgani a cura di Marco Botti. Giulio Galgani, pittore e scultore di fama internazionale, espone in uno degli spazi più suggestivi della provincia di Arezzo, la sconsacrata Chiesa della Carbonaia di Foiano della Chiana. Ancora una volta i lavori dell’artista tosco-ligure dialogano con la contemporaneità: per lui l’uomo vive in una dimensione stratificata di segni e simboli, che la pittura e la scultura cercano di trascrivere e interpretare. La combinazione di materiali naturali come il legno e l’argilla a quelli industriali come il fresato di pneumatico,il recupero di oggetti tipici della civiltà contadina e marinara a cui dare nuova vita, sono alcuni aspetti di una visione chiara dell’arte, portava avanti grazie a un linguaggio in equilibrio tra figurativo e informale-materico.Per l’occasione Galgani presenta un ciclo inedito intitolato “Le reti”, in cui le reti da pesca recuperate dal mare diventano il supporto da plasmare o dove stendere la materia pittorica e creare nuove tensioni visive. L’opera simbolo della mostra, “Moby Dick”, campeggia sull’altare principale dell’ex chiesa benedettina, evocando la figura letteraria del cetaceo, simbolo della forza indomabile della natura e dell’ossessione dell’essere umano di raggiungere obiettivi più grandi di lui.Il percorso continua con altri lavori della stessa serie esposti nelle pareti laterali e con lo spazio destinato alle grandi maschere tratte dalla serie “Tri-bao”, in un dialogo incessante tra passato e presente, sacro e profano, storia e mito, tradizione e attualità. Al centro della ex chiesa, come elementi di una piccola foresta, si elevano gli “Alberi di mare”popolati dai Golem galganiani, esseri tipici dell’immaginario di questo multiforme artista “irregolare”, come ama definirsi. Se vogliamo, queste ultime opere aggiungono un messaggio drammaticamente contemporaneo, quello dei profughi che scappano da paesi in guerra o colpiti da catastrofi naturali, aggrappati a relitti, in balia dell’ignoto ma agognanti di salvezza.