Fratelli d’Italia: sen.Marcheschi, “ no alla riforma del mondo sportiva,  “a rischio la chiusura delle società sportive dilettantistiche. Il mio primo atto sarà proporre la modifica della norma”

Il mondo dello sport è in fermento. E’ notizia di oggi che il Consiglio dei Ministri presieduto da Draghi ha approvato, tra gli ultimi atti, in via definitiva il decreto correttivo al D.Lgs. 36/2021 in materia di riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici nonché di lavoro sportivo.
Interviene, sollecitato anche dalle tante associazioni sportive dilettantistiche toscane, il neo Senatore  Paolo Marcheschi eletto in Toscana con Fratelli d’Italia, da sempre un punto di riferimento per il mondo dello sport a livello regionale toscano.
“Fratelli d’Italia su questo tipo di riforma – ha detto – si è astenuto, perché ha sempre ritenuto che fossero necessari degli approfondimenti sugli effetti ‘distorsivi’ che tali norme avrebbero avuto sul mondo dello sport dilettantistico, a cui da sempre è riconosciuta una valenza sociale imprescindibile per i nostri giovani. Era chiaro che una regolazione del settore sportivo fosse necessaria ed auspicabile, non siamo mai stati contrari a priori ad una riforma, però a nostro avviso, come avevamo chiarito anche al Governo Draghi, ci pareva necessario fare approfondimenti con gli operatori del settore sportivo per valutare nel dettaglio il tipo di aggravio economico della nuova norma. Le società dilettantistiche, oltre 90% del tessuto sportivo italiano, basano la loro gestione sul volontariato e sul contributo delle famiglie (le scuole calcio, ad esempio). Da sempre ad ogni livello ad esse, ed allo sport dilettantistico in generale, viene riconosciuta una funzione sociale, sarebbe stato quindi doveroso che, prima di approvare una norma di questo tipo, ne fosse stato valutato l’impatto che avrebbe prodotto, soprattutto adesso in una congiuntura economica come questa che stiamo vivendo, dove l’aumento di spesa delle bollette mette a rischio la chiusura di molte società sportive. Il professionismo sportivo è un altro mondo rispetto a quello dilettantistico, e se a quest’ultimo si riconosce una funzione sociale allora è doveroso prendere atto che ad un aggravio di costi deve necessariamente essere prevista la possibilità per le società di compensarlo di altre entrate in modo da non squilibrare i bilanci già notoriamente precari. Lavorerò nel nuovo Parlamento affinchè il mondo dilettantistico sportivo sia ascoltato e sostenuto. Tutti vogliamo arrivare a quell’obiettivo di trasparenza e regolarizzazione di un settore troppo importante per la nostra società e per i nostri giovani. Il mio primo atto sarà proporre la revisione della norma contestata dagli operatori del settore.”