Grosseto:  il sogno diventa realtà per i piccoli pazienti della Pediatria  dell’Ospedale Misericordia grazie alla “Favola della buonanotte” di ABIO

E’ possibile vivere una favola in ospedale? Difficilmente qualcuno risponderebbe di sì, eppure è ciò che succede in Pediatria dell’ospedale Misericordia grazie ad ABIO. Riprende in questi giorni “La favola della buonanotte”, l’iniziativa ricreativa dei volontari dell’associazione, da sempre accanto ai bambini ricoverati o in visita nell’area pediatrica, temporaneamente sospesa durante il Covid. Tra le numerose iniziative pensate per alleggerire la degenza dei piccoli e distrarli giocando, ABIO ha pensato di allietare le serate dei bambini e dei loro genitori trasformando la sala giochi in un luogo magico e incantato, dove i volontari raccontano delle fiabe, ma in un modo del tutto particolare. “La sera delle favole è un appuntamento speciale per i piccoli, ma anche per noi – racconta Stefania Guarrera, presidente ABIO Grosseto – Allestiamo la sala con un grande tappeto, coperte e tanti cuscini colorati. Posizioniamo una sorta di mini teatro costruito da noi, dove man mano che un volontario, come voce fuori campo, racconta la storia, facciamo scorrere delle tavole rappresentanti le scene della fiaba, disegnate e dipinte a mano dai volontari. Spegniamo le luci e proiettiamo sulle pareti e sul soffitto un gioco di luci che riproduce il cielo stellato. Quando è tutto pronto, andiamo nelle stanze dei bambini, ignari dell’evento. A ognuno doniamo un anello con luce colorata per fare strada fino alla saletta e qui sveliamo la sorpresa. Facciamo partire la musica di sottofondo, adatta al contesto e inizia la magia! E’ un momento davvero incredibile, i bambini sono entusiasti, vengono completamente rapiti dal racconto e dall’ambiente che li circonda, si mettono comodi, si rilassano e si abbandonano al racconto. Non c’è cosa più appagante che vedere i loro visi felici, si percepisce che si sentono protetti e una sera quasi dimenticano dove e perchè si trovano lì”.Le fiabe raccontate appartengono in parte alla tradizione popolare e in parte sono testi inventati dagli stessi volontari. Per esempio un racconto parla di un’isola che rappresenta l’ospedale, dove tutti gli animali, ovvero i bambini, vanno a curarsi per stare meglio. L’obiettivo è sempre quello di sdrammatizzare il più possibile l’esperienza del ricovero che per un bimbo può anche essere traumatizzante sotto certi aspetti. Le fiabe sono anche differenziate in base alla fascia di età dei bambini presenti. Per la struttura del teatrino, i volontari hanno preso spunto dal Kamishibai, letteralmente “spettacolo teatrale di carta”, una forma di narrazione di origine giapponese, usata negli anni ’20 per raccontare al pubblico, principalmente analfabeta, storie dotate di insegnamenti morali, attraverso immagini disegnate su tavole di legno. “Non si tratta del consueto racconto della favola della buonanotte, ma di una vera esperienza sensoriale ed emozionale che i nostri piccoli pazienti vivono in prima persona e noi con loro – afferma la dottoressa Susanna Falorni, direttore Pediatria e Neonatologia – Dopo un giorno in reparto, magari a fare visite o anche trascorrendo molto tempo in camera, per i bambini è un sogno poter passare qualche ora divertendosi insieme, tutto a vantaggio della loro salute. Per questo un grazie sincero va ai volontari ABIO, a nome di tutti gli operatori, per il costante impegno e la totale dedizione che mettono nell’ideare e realizzare occasioni sempre nuove per il benessere dei bambini in ospedale. La loro presenza puntuale fa davvero la differenza per i piccoli e allieta anche il nostro lavoro che a volte ci mette umanamente alla prova”.