Grosseto: luogo di culto islamico in Via Trento; on. Fabrizio  Rossi, “ordinanza sindaco in linea con rispetto della legge”

  “La decisione del sindaco del Sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna per l’ordinanza emessa sul luogo di culto islamico in via Trento, dove sono state violate le norme del nostro ordinamento è fondata”. A dirlo è Fabrizio Rossi, deputato grossetano e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, nonché assessore all’urbanistica del comune di Grosseto.   “Premetto – prosegue Rossi, – che chiunque ha diritto a manifestare liberamente il proprio credo religioso ma, allo stesso tempo, ha il dovere di rispettare le attuali norme, siano esse di ordine pubblico siano di natura urbanistico-edilizio, che regolamentano la destinazione d’uso dei locali nei quali si svolgono determinate attività”. “Nel caso specifico – commenta – gli accertamenti degli uffici comunali e della polizia municipale sono stati accurati e sembra che l’associazione culturale celava in realtà non finalità sociali, ma di culto all’interno di locali non ritenuti idonei. Tra l’altro, il sottoscritto è relatore in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati di una Pdl che vede primo firmatario il nostro capogruppo alla Camera Tommaso Foti: una Proposta di legge, che ha quale fine quello di porre fine a certi abusi che ormai si ripetono anche in altre città. L’uso di locali che vengono da prima richiesti per attività, socio-culturali, o sportive, mentre negli stessi vengono svolte tutt’altre attività, come ad esempio, come sembrerebbe, nel caso di via Trento a Grosseto”. “Da anni- prosegue Rossi, – si registra in Italia una diffusa proliferazione di varie associazioni di promozione sociale (APS) che, di fatto, però, hanno come funzione esclusiva o prevalente quella di gestire luoghi di culto per le comunità islamiche, in immobili privi dei requisiti urbanistici, strutturali e di sicurezza, necessari per tale destinazione d’uso. In particolare, la prassi è quella di presentare una richiesta all’amministrazione comunale per poter usufruire di locali pubblici da adibire a centro culturale. Una volta ottenuta la concessione, senza che sia necessario il cambio di destinazione d’uso e in assenza di modifiche ai piani urbanistici, i locali sono adibiti a luoghi di culto mascherati”.“Non c’è nessuna discriminazione per chi professa il suo credo, ma vanno combattuti abusivismo e il mancato rispetto delle autorizzazioni ricevute: Proprio perché abbiamo rispetto di tutte le religioni vogliamo, vogliamo che l’espressione religiosa e di culto avvenga e si svolga in luoghi idonei, dal punto di vista urbanistico-edilizio e nel rispetto delle norme di sicurezza”.