Gualdo Cattaneo: verso la Denominazione di Origine “Porchettiamo” 

Un festival originalissimo, fresco, di grande attualità e sempre più apprezzato dai numerosissimi partecipanti. Un festival “DOP”, tanto che ormai si può parlare di Denominazione di Origine “Porchettiamo”. Appare ancora così la storica kermesse gastronomica, anche dopo 14 anni dalla prima edizione. Mai come in questo momento, infatti,è necessario parlare di cibo popolare, quello che meglio di altri riesce ad incarnare l’identità di persone, paesi, intere comunità, con tutto il suo sistema di valori e la capacità di sfidare il tempo.Il Festival delle porchette d’Italia e dello street food italiano lo ha fatto anche quest’anno per quella che si è rivelata una edizione da record, con tre giorni di bel tempo che hanno permesso un flusso di appassionati, visitatori, intere famiglie e turisti da tutta Italia e non solo.Un festival che ha voluto nuovamente, a suo modo con una offerta ricchissima, mettere in guardia verso la banalizzazione del cibo di strada, in un’epoca in cui tutto diventa moda e ogni fenomeno viene usato fino a deprivarlo del suo significato. Per questo Porchettiamo si è confermato un festival “diverso” incapace di guardare al prodotto senza il suo contesto, il suo popolo, la sua storia e tutto quello che rappresenta.  Sul piano progettuale, inoltre,Porchettiamo continua ad essere uno stimolo formidabile per tante iniziative e numerosi progetti. Dopo il riconoscimento del Cicotto di Grutti a Presidio Slow Food ora il sostegno e la collaborazione del festival è verso i lavori che stanno tentando di arrivare all’IGP (o magari alla DOP) per la porchetta umbra, fino a quelli che porteranno alla nascita dell’Accademia della Porchetta.Tutte a testimoniare il formidabile legame tra la storia gastronomica regionale e la lavorazione del maiale, che in Umbria ha radici antiche e documentate. “Il nostro obiettivo ora è di dare ancora massimo sostegno e collaborazione a questo percorso di crescita per la porchetta umbra ma anche di guardare al futuro del festival, cresciuto nei numeri, con nuovo slancio” afferma soddisfatta l’organizzatrice Anna Setteposte che ringrazia il borgo di San Terenziano e il Comune di Gualdo Cattaneo per come hanno accolto la kermesse gastronomica anche quest’anno. La centralissima piazza delle porchette è stata ancora il cuore pulsante, dove si sono potute gustare le migliori espressioni di un cibo delizioso, arrivate come al solito da tanti territori diversi con le loro storie, i loro ingredienti, le loro tecniche di preparazione. Perché la porchetta è un piatto che non conosce confini (tanto che c’è stata anche l’apprezzatissima novità arrivata da Trieste della porchetta di gallo ruspante), né barriere, anche grazie al consueto panino con porchetta gluten free, realizzato con la collaborazione dell’Associazione Italiana Celiachia.