I “Grandi dell’Amiata” :Papa Marcello Cervini, l’ultimo Papa a portare il suo nome di battesimo. Il suo Pontificato è stato tra i più brevi della storia, solo 22 giorni. Da Cardinale ebbe un ruolo fondamentale sulla riforma ecclesiastica del XVI sec.

Di Antonio Pacini

Ancora di più che ripetere le biografie dei personaggi che trattiamo ci interessa seguire le tracce del mistero che porta certe personalità, comparse in Amiata, ad avere influenza su milioni di persone. Alcune di queste personalità sono state facoltose, altre estremamente povere, altre non sono state native del posto ma la loro frequentazione amiatina gli ha cambiato la vita. Ci domandiamo quanto l’Amiata abbia condizionato certi grandi personaggi, che in seguito sono arrivati ai vertici in vari campi? Per esempio, quanto c’è di amiatino nella poesia di Carducci o di Mario Luzi che hanno trascorso periodi giovanili nella nostra montagna? Dell’influenza del vulcano toscano esercitata nei confronti di tanti, di cui abbiamo parlato, ne abbiamo le prove e ce lo ricordano loro stessi; su altri invece l’influenza è stata inconscia, eppure c’è stata. Se Marcello Cervini non avesse frequentato Vivo D’Orcia e l’Amiata ( era nato in provincia di Macerata) avrebbe raggiunto l’acume e le qualità che lo portarono ad essere così influente nella Chiesa Cattolica, già molto prima di divenire Papa? Non tutti i Papi sono così intelligenti e non sempre sono loro a prendere davvero le decisioni, ma Papa Marcello II non si può dire che fosse gestito da qualcun altro. Egli da Cardinale ebbe un ruolo fondamentale sulla riforma ecclesiastica nel XVI secolo con posizioni molto radicali che -immaginiamo- oltre al consenso gli portarono dei pericolosi nemici. E’ il destino degli audaci, degli uomini di carattere. Marcello il carattere ce lo aveva ed oltre a disporre di una notevole formazione umanistica era molto pragmatico, grazie agli studi meccanici condotti in gioventù. Insomma conosceva la realtà pratica molto meglio della maggior parte dei suoi colleghi ecclesiastici. Qui non vogliamo osannarlo ed anzi riteniamo che a volte per essere Cardinali e Papi, in quanto anche dirigenti di Stato, servano astuzie che difficilmente immaginiamo ispirate dallo Spirito Santo. Ad ogni modo apprezziamo il fatto che il Cervini fosse un anti-nepotista e che il suo operato sia stato convinto nella difesa di certi valori tradizionali cattolici -giusti o sbagliati che fossero. Insomma credeva in ciò che faceva, non si “sbracava” e già questo è un punto a suo favore. Ma ciò che ci spinge a parlare di lui riguarda anche qualcos’altro. E’ stata una figura ispiratrice di curiosità. Non tutti sanno che è stato lo zio di San Bellarmino, il famigerato inquisitore che ebbe tra le sue grinfie il grande Giordano Bruno. E’ stato anche l’ultimo Papa a portare il suo nome di battesimo. Il suo pontificato è caratterizzato dal numero “2” in quanto è stato il duecentoventiduesimo (222), uno dei più brevi della storia, ed è durato soltanto 22 giorni concludendosi con la sua morte improvvisa il primo maggio 1555. La somma dei numeri della data di morte, ovvero 1/05/1555, fa 22. Se fossimo complottisti affermeremmo che il 22 essendo un numero maestro si collega al fatto che su di lui -viste le plausibili guerre intestine alla Chiesa- sia stato compiuto un omicidio rituale. Naturalmente non è questo il caso. Certo è che un altro Papa il cui pontificato è durato pochi giorni e che è morto dopo un numero di giorni palindromo è stato Giovanni Paolo I, durato solo 33 giorni. Sulla morte di quest’ultimo, anch’esso non privo di nemici, sono documentate più di una controversia.  A noi piace immaginare il Cervini da ragazzo, prima ancora di intraprendere la carriera ecclesiastica. Vorremmo sapere che cosa pensava quando si trovava nei nostri posti, che emozioni provava di fronte ai paesaggi dell’Amiata e della Val D’Orcia. Che questa sua frequentazione abbia ispirato le sue facoltà e forgiato la sua rinomata intelligenza? Secondo noi certamente si. Ci spingiamo ancora più in là dicendo che in realtà sono i luoghi sacri ad eleggere certi uomini come propagatori di un messaggio che, di volta in volta, viene tramandato fino a quando si arriverà alla sua finale Rivelazione. Il mistero dell’Amiata irraggia di sapienza, ispira i suoi figli prediletti che, più o meno consciamente, si susseguono nel tempo per compiere un destino. Chi sarà il prossimo?