I “Grandi dell’Amiata”: Papa Pio II che nell’estate del 1462 amava passeggiare tra i castagneti e sostare vicino a fonti d’acqua nei pressi di Abbadia San Salvatore

Di Antonio Pacini

Nell’estate del 1462 il Papa umanista Enea Silvio Piccolomini fece visita all’Abbazia del Santissimo Salvatore al Monte Amiata. Vi rimase per un certo periodo estivo durante il quale era solito passeggiare per i castagneti e sostare vicino a fonti d’acqua. Tant’è vero che esiste il toponimo di “Fosso del Papa”. Egli paragonava l’Amiata al “soggiorno dei beati” mentre la Val D’Orcia era per lui un luogo che per il caldo estivo assomigliava al “supplizio dei dannati”. Sono di suo pugno pagine sublimi, tra le più belle mai scritte sull’Amiata, dove descrive con stile non comune le sue esperienze amiatine ed i luoghi da lui frequentati. Le sue parole sull’Amiata li possiamo trovare nell’opera “I Commentarii” da lui scritta. Davanti all’Abbazia del San Salvatore è presente ancora un monumento -un tempo situato in altro luogo- commemorativo della villeggiatura del pontefice. Sulla pietra in peperino del monumento è scolpita una scritta in latino la cui traduzione è la seguente:

Pio II Pontefice Massimo

Fuggendo gli ardori estivi di Roma,

Allettato dall’ombra dei castagni,

Qui dettava le sue costituzioni e riceveva gli ambasciatori

Nell’anno del Signore 1462

Il Duomo di Pienza non ha l’abside orientato verso est come la maggior parte delle Chiese e c’è chi ipotizza che il Piccolomini lo abbia voluto orientare verso quella montagna paradisiaca tanto decantata nelle sue pagine.