Maremma: Guardia di Finanza  denuncia tre imprenditori per sfruttamento braccianti on. Cenni (PD), «agricoltura non può sottostare a logiche criminali». Vicepresidente regione Saccardi, “offesa intollerabile per la Toscana, più impegno per diritti e legalità”

«Il lavoro è un diritto e deve avere piena e totale dignità: dignità significa un salario adeguato, un corretto inquadramento contrattuale, tutele, sicurezza, legalità. È inaccettabile per un Paese civile continuare ad assistere a fenomeni di sfruttamento e alle condizioni disumane che emergono dalle inchieste come quella di cui si è avuta notizia oggi».  Con queste parole Susanna Cenni – deputata del Pd e vicepresidente della Commissione agricoltura alla Camera – commenta l’operazione della Guardia di Finanza di Piombino che ha denunciato tre imprenditori, titolari di altrettante aziende agricole, per sfruttamento del lavoro nero. Secondo quanto emerge, le tre aziende avrebbero impiegato negli anni centinaia di lavoratori e braccianti agricoli, italiani e stranieri, impegnati per 15/16 ore al giorno a fronte di una paga di 2,5 euro l’ora, senza contratto, con ferie difficilmente concesse e non retribuite e con minacce di licenziamento e aggressioni verbali. «Condizioni inaccettabili – aggiunge Cenni – non solo perché opprimenti e incompatibili con qualsiasi dignità e sicurezza del lavoro, ma perché inconciliabili con la stessa dignità dell’uomo». «L’Italia ha una buona legge contro lo sfruttamento e il caporalato e strumenti corretti per attuarla; tuttavia, è necessario continuare a tenere alta l’attenzione e a punire senza sconti quelle realtà che operano al di fuori della legalità. L’agricoltura è un importante settore e motore di sviluppo del nostro Paese che non può in alcun modo sottostare a logiche criminali e che vede la stragrande maggioranza delle imprese lavorare con correttezza e grande fatica, soprattutto in un momento difficile come questo, con oscillazioni pesanti dei prezzi e dei costi energetici», conclude la deputata.  “Il caporalato è una piaga che in paese civile non può e non deve esistere, un’offesa intollerabile  per una terra di grande tradizione civile e di rispetto dei diritti dei lavoro come la Toscana.  Alla Guardia di finanza va il mio plauso per l’inchiesta che ha fatto emergere le condizioni di sfruttamento di cui si sono rese responsabili le tre aziende agricole della Costa degli Etruschi, in Maremma”. Così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi, sull’indagine condotta dalle Fiamme Gialle. “Torno a ribadire  che –  prosegue – che la Regione è da tempo impegnata per stroncare sul nascere comportamenti di questo tipo e continueremo a farlo con ancora più forza: perché l’azione repressiva, pur fondamentale, non basta. Dobbiamo rafforzare il nostro il tessuto sociale perché il caporalato non trovi spazio:  gli strumenti di prevenzione si chiamano contratti di filiera, che coinvolgono non solo la produzione, ma anche la trasformazione e la distribuzione dei prodotti. Occorre fornire più liquidità alle imprese agricole così come lottare contro le agropiraterie. La lotta per la legalità va fatta a tutto campo  anche coinvolgendo i consumatori. Questi – conclude – sono i nostri obiettivi: vogliamo lavorare per costruire una cultura diversa del lavoro e dell’immigrazione e questo significa combattere lo sfruttamento, l’isolamento e la ghettizzazione di lavoratori e lavoratrici”.