Radicofani : dal borgo di Ghino di Tacco grido di allarme di 240 persone di associazioni, partiti e cittadini, tutti uniti per difendere il territorio e l’ambiente e contrastare il progetto di un polo geotermico toscano in Val di Paglia. Anche la maggioranza che governa la regione è spaccata. Grande attesa per il parere della Soprintendenza ma è pronta la battaglia legale.
Di Giampiero Teodoli
Sono state ben 240 le persone (dati della Questura) intervenute a Radicofani alla manifestazione pubblica per testimoniare il proprio dissenso al progetto di Sorgenia di realizzare una centrale geotermica binaria, in Val di Paglia, ai confini con la zona Unesco della Val d’Orcia. Un bel successo quello registratosi nel borgo reso famoso dalla leggenda-storia su Ghino di Tacco se si pensa che la manifestazione è stata promossa e organizzata in solo quattro giorni . Una iniziativa, l’ultima di una lunga serie dal 2019, coordinata da Nicoletta Innocenti( presidente di Ecosistemi Val d’Orcia) con un gran lavoro di squadra tra numerose associazioni, partiti di opposizione e di sinistra . Molto apprezzati, tra gli altri, gli interventi di Anna Buonsignori (ex sindaco socialista di Radicofani),Giampiero Cignoli (Legambiente) Letizia Mammolotti (Abbadia Futura) Franco Cambi (Prof. Associato di Metodologia della ricerca archeologica presso UniSI) che ha lavorato a lungo nel territorio interessato dalla centrale, e Nicola Bettollini (Partito Comunista). Unico grande assente è stato il Partito Democratico, in quanto i sindaci dem Claudio Galletti e Francesco Fabbrizi sono intervenuti ma titolo personale anche se con la fascia tricolore. “ Siamo in attesa di un nuovo e dirimente parere della Soprintendenza che, dopo quattro bocciature, ha cambiato vertice – è stato ricordato – dopo la designazione dell’Arch. Gabriele Nannetti che dovrà farsi una sua idea dell’impatto che avranno oltre 5 ettari di centrale con 40 torri alte 12 metri e 12 pozzi in funzione 24 ore, in un territorio di rara bellezza e, in parte, patrimonio dell’UNESCO”. In ogni caso, l’associazione Ecosistema ha avviato una raccolta di firme sulla piattaforma change.org che sta crescendo rapidamente e ha dato incarico a due studi legali qualificati, di predisporre, se necessario, la battaglia legale. “Appare chiaro – è stato precisato da molti – che le responsabilità apparterranno esclusivamente agli Enti che autorizzeranno il progetto.”. L’assenza ufficiale del PD è il segnale di una spaccatura a livello regionale e potrebbe essere la chiave per accedere alle segrete stanze di Palazzo del Pegaso a Firenze dove si decidono le sorti della vicenda. “Ciò accade- è stato ricordato da tutti – senza che sia stato, in alcun modo, coinvolto il territorio interessato, nel disprezzo più totale delle norme cogenti sulla partecipazione(Delibera Regione Toscana 512/17 e 241/90) che potrebbero rendere addirittura illegittimo l’eventuale nulla osta al progetto di Sorgenia. La spaccatura, tra le forze politiche che hanno sostenuto Eugenio Giani (leggi Sinistra Civica Ecologista contro questa centrale), va oltre il progetto della centrale della Val di Paglia, in quanto lo stesso Presidente ha annunciato, a più riprese, la sua intenzione di rendere l’Amiata il secondo polo geotermico della Toscana, dopo quello di Larderello. Questo nuovo indirizzo della Regione arriva subito dopo la rimozione, dal Piano Energetico Regionale, del limite ai 100 megawatt già installati sull’Amiata, considerandoli, fino a ieri, il massimo accettabile. “E non tiene conto del fatto – anche questo aspetto più volte rimarcato -che la stessa ENEL (esperta in geotermia e già presente sull’Amiata) non ritiene tecnicamente opportuno l’installazione di centrali geotermiche binarie, come quella in progetto, ne’ economicamente sostenibili; senza contare l’allarme delle ASL sui rischi oncologici dovuti alla presenza di mercurio nel sottosuolo amiatino”.