San Casciano dei Bagni: il futuro delle acque termali deve tener conto delle attuali condizioni e dei lavori archeologici in corso che «non pregiudicano la fruibilità delle terme»

Di Giampiero Teodoli

La Sindaca di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti ha presentato ai cittadini uno studio per la valutazione dello stato delle sorgenti termali, voluto dall’Amministrazione, in vista del rinnovo della concessione allo sfruttamento delle acque.In seguito al rinnovo della concessione, previsto per legge, l’Amministrazione ha  infatti rinnovato la concessione alla somministrazione delle acque al suo partner storico: “Fonteverde Lifestyle & Thermal Retreat” a seguito di una trattativa che «da continuità e tiene conto anche della tutela della risorsa, che non è infinita» ha detto la Sindaca Agnese Carletti  introducendo l’incontro con i cittadini. Lo studio di valutazione dello stato delle sorgenti è stato fatto da un gruppo di tecnici qualificati, ha richiesto oltre due anni lavoro ed ha permesso di mettere insieme tutti i dati necessari alla valutazione dello stato di salute delle 17 sorgenti, con 43 polle, che interessano un’area di 318 ettari. Allo stato il parco  termale  si conferma come uno dei più produttivi di Italia, con un volume significativo di acqua sorgiva ed è «una situazione ormai quasi esclusiva nel nostro termalismo» ha sottolineato Francesco Bianchi (Geologi Associati di Firenze e Direttore di Miniera per il Comune di San Casciano dei Bagni). «I lavori di scavo nella nuova zona archeologica non hanno un impatto significativo in quanto l’acqua sottratta non toglie risorse al termalismo» ha poi fatto presente Marco Petitta ,Professore ordinario di Idrologia, Dipartimento di Scienze della Terra, Sapienza Università di Roma. Questo è un aspetto essenziale in quanto «il termalismo è una risorsa storica, strettamente legata all’economia locale, con la quale deve convivere la nuova attività archeologica che offre nuove opportunità di sviluppo per il Paese» ha ricordato Fabiola Ambrogi, vicesindaco. L’iniziativa ha avuto il plauso della Regione Toscana, che dal 2004 ha delegato ai Comuni la competenza alla gestione delle 43 stazioni termali toscane, conservandone il monitoraggio : «esprimo grande apprezzamento per il lavoro svolto e per il fatto che siano coinvolte la comunità scientifica e la popolazione» ha concluso Marco Masi ,Dirigente Settore Tutela Acqua Territorio e Costa della Regione Toscana.