Siena : Alfredo Monaci (Siena Ideale),”l’importanza dell’artigianalità per il rilancio economico di Siena.Il nostro saper fare tradizionale merita più attenzione e un nuovo protagonismo”

Da Alfredo Monaci, presidente di Siena Ideale , riceviamo e pubblichiamo

“Nel rilancio di Siena, le sue storiche identità e ricchezze artigianali devono avere un’attenzione particolare. Un’indicazione chiara in questa direzione arriva anche dalle “fotografie” della società italiana “scattate” dalle indagini SWG. Mi riferisco, in particolare, alla rilevazione della scorsa settimana, che contiene spunti anche per la nostra città, già immersa nel clima delle elezioni amministrative. E la ragione che mi spinge a sottolineare certi aspetti è la speranza che contribuiscano ad arricchire il dibattito politico. C’è un fatto ormai assodato: i consumatori hanno riscoperto l’importanza dell’artigianalità, come sinonimo di qualità, creatività, originalità del prodotto strettamente legata alla capacità di “narrare” la tradizione e la storia del proprio territorio di origine. E la qualità e l’artigianalità sono indissolubilmente legate, come si vede dai risultati dell’indagine: entrambe si trovano ai primi posti delle preferenze degli intervistati nella valutazione dei prodotti. L’Italia è caratterizzata da un tessuto produttivo con una diffusa presenza di aziende artigiane che danno lavoro a più di due milioni e mezzo di addetti; ma scendendo alla provincia di Siena, questa presenza, purtroppo, si rarefà. Non disponiamo del dato comunale, ma la realtà provinciale è indicativa – e purtroppo dissonante – con il sentiment che l’opinione dei consumatori evidenzia.  Il territorio senese è, infatti, al penultimo posto nella graduatoria regionale per la presenza di aziende artigiane rispetto al totale delle imprese attive sul territorio. Peggio di noi, solo la provincia di Grosseto. Questo dato getta non poche incognite sul futuro del nostro territorio; specie se lo associamo al tasso di cessazione delle attività delle aziende artigiane (9,1%) – superiore al dato regionale (8%) – e al tasso di crescita (-3,9%), inferiore a quello toscano (-1,8%).Certamente lo scenario generale ha amplificato la crisi; la tempesta innescata dalla pandemia e poi proseguita con il conflitto russo-ucraino; il rincaro e la scarsità delle materie prime, il deragliamento dei prezzi dell’energia; e ora l’incognita tassi bancari, hanno moltiplicato le difficoltà degli imprenditori. Se è vero, però, che questo contesto negativo è comune a tutto il sistema produttivo, a Siena le conseguenze hanno avuto effetti maggiori. E siccome in Italia è in atto un diffuso indirizzo, soprattutto nel comparto alimentare, verso il maggiore ricorso a materie prime locali – quelle cosiddette a ‘chilometro zero’ che sfruttando la presenza sul territorio delle imprese artigianali, favoriscono anche le materie prime di prossimità – perché non andare con più decisione in questa direzione? Questa è certamente una delle strade da imboccare per rilanciare il settore artigianale agroalimentare, così importante per l’economia senese.Ma non è la sola. Un ulteriore filone da perseguire riguarda tutto il settore riconducibile all’artigianato artistico, un vero e proprio “bene culturale vivente” da tutelare e rilanciare. Chi meglio dell’artigianato artistico esprime la tradizione culturale locale e rappresenta una specificità del territorio, per la nostra storica capacità di intrecciare creatività, innovazione e saperi? A livello nazionale, fra le aziende che operano in ambito culturale, spiccano 288 mila imprese artigiane che danno lavoro a oltre 800 mila addetti: dal settore dei metalli, ai tessuti, al cibo, solo per ricordare i comparti più significativi. E fra i territori più vocati all’artigianato artistico, spiccano ben cinque province toscane: Prato, Arezzo, Firenze, Pistoia e Pisa. Manca Siena!Tutte le città d’arte – e Siena lo è a pieno titolo! – si raccontano attraverso le proprie eccellenze storico-artistiche; che, però, da sole non bastano alla narrazione. I monumenti sono indispensabili; ma da soli non rappresentano la complessità della storia di una città, né sono sufficienti a farne risaltare appieno la bellezza. Questo vale, soprattutto, per Siena, dove la cultura è anche tradizione (si pensi al Palio) e cultura materiale, e dove le botteghe sparse nelle vie medievali, hanno tramandato storia e saperi spesso non replicabili altrove. Non credo che ci sia niente di più evocativo che soffermarsi di fronte ad una bottega artigiana a osservare chi lavora con maestria la ceramica, il metallo, i colori, in una atmosfera che “confonde” passato e presente, creando un forte legame con gli antichi maestri della più pura arte senese. Mi piacerebbe che nei progetti politici per il rilancio di Siena non fossero dimenticati questi aspetti, sui quali – a mio avviso – si giocherà uno sviluppo duraturo, sostenibile e diffuso per la nostra città”.