Siena: Aou Senese e ANMIL insieme per la tutela della salute di lavoratori e lavoratrici ex esposti all’amianto e altri cancerogeni occupazionali

La Medicina del Lavoro dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese è centro di riferimento per tanti lavoratori e lavoratrici ex esposti all’amianto e altri cancerogeni occupazionali. Proprio per questo si è tenuto un incontro di confronto e collaborazione tra l’Aou Senese e l’ANMIL – Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, con la partecipazione per l’Aou Senese del direttore generale, professor Antonio Barretta, della direttrice sanitaria Maria De Marco, insieme alle dottoresse Simonetta Fabrizi, direttrice ff UOC Medicina Preventiva e Sorveglianza Sanitaria e Antonietta Gerardina Sisinni, referente regionale per la sorveglianza degli ex esposti all’amianto e, per l’ANMIL, Daniele Manetti, Coordinatore e responsabile Commissione Malattie professionali e rischio chimico ANMIL Regionale. Presenti anche alcuni lavoratori ex esposti e in cura presso il centro senese. «Abbiamo sempre garantito massima collaborazione all’ANMIL e proseguiremo su questa strada – afferma il direttore generale dell’Aou Senese, Antonio Barretta – L’attività specialistica di sorveglianza dei lavoratori ex-esposti svolta dalla Medicina del Lavoro come Centro di II Livello permette di supportare, curare e venire incontro ai bisogni di salute dei pazienti provenienti non solo dalla Toscana ma da tutta Italia. Il servizio si rivolge ai pazienti per i quali è richiesto un approfondimento specialistico del nesso causale tra sospette patologie professionali ed esposizione lavorativa pregressa o attuale e, per noi, è molto importante proseguire in questa direzione, a tutela della salute di tutti i lavoratori e lavoratrici e anche al supporto alle loro famiglie». «La Medicina del Lavoro di Siena – dichiara Daniele Manetti, Coordinatore e responsabile Commissione Malattie professionali e rischio chimico ANMIL Regionale – è sempre stata per tanti lavoratori ex esposti, sia toscani che provenienti da tutta Italia, un riferimento importante e un centro di grande eccellenza in cui abbiamo riposto la nostra fiducia. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di tutelare la salute sul lavoro dal rischio chimico, biologico e fisico grazie al supporto dell’équipe senese. Il rapporto tra medico e paziente è sempre stato diretto, immediato, con risposte efficaci e attente alle esigenze e ai bisogni di salute, con percorsi eseguiti in modo partecipato e coinvolgente. Ogni lavoratore qui si è sempre sentito a casa, guidato in un percorso a volte difficile, a causa della malattia, ma con la certezza di avere sempre un punto di riferimento. Per questo motivo è per noi molto importante continuare a rafforzare il centro perché siamo persone che hanno bisogno di supporto e risposte professionali di alta specializzazione e grande umanità, come è sempre accaduto presso l’Aou Senese». «Le malattie professionali – spiega la dottoressa Fabrizi – richiedono allo specialista di Medicina del Lavoro l’osservanza di un percorso valutativo che comprende l’identificazione dell’agente professionale e dell’attività lavorativa ipoteticamente responsabile; l’evidenza scientifica della capacità patogena della sostanza e dell’attività lavorativa attestata da organismi nazionali e internazionali; l’esposizione lavorativa accertata e per tempi significativi per durata ed entità; la patologia riscontrata corrispondente a quella comunemente provocata dalla sostanza o correlata all’attività; la manifestazione della stessa anche dopo diversi anni di esposizione». L’attività di sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex esposti offre delle opportunità, in termini di tutela della salute, di vario tipo che vanno dalla possibilità di una diagnosi precoce delle principali patologie correlate all’esposizione, ai risvolti medico-legali, all’utilità in campo epidemiologico come gli eventi sentinella. «Nel 2016 la Regione Toscana, in ottemperanza alla Legge regionale n. 51/2013 – aggiunge la dottoressa Sisinni – ha deliberato l’avvio di uno specifico programma gratuito di sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti ad amianto toscani definendo i soggetti attuatori e fornendo un finanziamento ad hoc. Tale programma ha preso avvio nell’aprile 2017 e sin da subito ha messo in atto il nuovo LEA. La diagnosi specialistica di Medicina del Lavoro è posta dai medici del lavoro tenendo conto delle notizie anamnestiche, dei dati clinici e di funzionalità respiratoria, delle risultanze degli esami radiologici e dei valori degli indicatori di esposizione pregressa. I dati strumentali – prosegue Sisinni – forniscono infatti risultati estremamente importanti, ma non decisivi per quanto riguarda la diagnosi perché le informazioni che si rilevano non sono specifiche delle patologie asbesto-correlate. La diagnosi specialistica non può quindi prescindere dalla caratterizzazione dell’esposizione e dall’esame clinico e funzionale del paziente. La diagnosi di malattia professionale richiede quindi competenze specifiche di medicina del lavoro, ma anche di igiene industriale e di epidemiologia, accompagnate dalla corretta diagnosi clinica, radiologica ed anatomo- patologica. L’importanza di raccogliere informazioni sulle esposizioni avvenute anche in anni non recenti – conclude Sisinni – deriva dalla storia naturale delle patologie occupazionali, generalmente lunga e legata ad esposizione cumulativa. Spesso ci si deve basare sulle testimonianze degli stessi lavoratori per esposizioni occupazionali non solo pregresse ma soprattutto atipiche.  Non si può fare riferimento a generiche definizioni di attività lavorative quali impiegato, operaio, manutentore. Il mancato riconoscimento di patologie o neoplasie di origine professionale ha conseguenze negative umane per il lavoratore e sociali, per il processo di prevenzione. Per tali motivi la diagnosi di malattia professionale, con i relativi adempimenti medico-legali, è un obbligo morale per il sistema sanitario».

L’attività si rivolge a pazienti con pregressa esposizione all’amianto, alla prima valutazione presso l’Aou Senese o già inseriti in un percorso di follow up, nell’ambito di Protocolli di sorveglianza standardizzati a livello regionale. Nel 2023 in quest’ambito le prestazioni ambulatoriali e in Day Service sono state 259 di cui 114 con esenzione regionale D99 e, nel 1° semestre 2024, sono già 144.