Siena: stasera 22 luglio secondo appuntamento degli  itinerari narrati  alla Basilica di San Clemente ai Servi

Era lì dal Quattrocento, ma nessuno l’aveva riconosciuto come tale. Il Cristo deposto di Francesco di Giorgio Martini arricchiva da secoli la dote artistica (e non di meno, mistica) della Basilica di San Clemente ai Servi,; ma fino  a pochi anni fa nessuno l’aveva attribuita ad uno dei più poliedrici artisti del Rinascimento senese. Giustizia è stata fatta appena quattro anni fa, e allora è senza dubbio tempo di riscoprirlo. Così il “Rinascimento con vista” sarà il tema del secondo appuntamento con Le Scoperte,   la serie di passeggiate guidate nelle sere d’estate e nella storia di Siena curate dalle guide turistiche Federagit Confesercenti di Siena.  Stasera 22 luglio sarà proprio la basilica di San Clemente ai Servi il fulcro di questa re-immersione nell’epoca forse più celebrata per l’espressione del talento italico, che Siena fece propria con assoluta originalità. Da allora i Servi si presentano come un gioiello del Rinascimento nascosto all’interno di una chiesa gotica e maestosa, in un luogo di grande fascino da cui ammirare la città. Al suo interno resistono capolavori ricchi di storia come la Madonna del Bordone di Coppo di Marcovaldo, i dipinti di Matteo di Giovanni, Rutilio Manetti e molti altri artisti. Tra questo il suddetto Cristo deposto, che l’intuizione di un giovane storico dell’arte ha riconsegnato alla mano di Francesco di Giorgio Martini al termine di una preziosa opera di restauro, curata dalla Delegazione Fai di Siena e conclusa nel 2017.  La basilica dei Servi, e i suoi suggestivi dintorni, non sarà l’unica meta di Scoperte per questa settimana. Domenica 25 luglio, è in programma infatti la terza delle FuoriScoperte, passeggiate guidate anch’esse dalle guide Federagit Confesercenti Siena, in questo caso distribuite a sud del capoluogo. I prossimi  “Appunti di viaggio” prenderanno spunto dall’abbazia di San Galgano, luogo di fascino, mistero e fede. celebre abbazia senza tetto sorge, ancora imponente, ai piedi della collina, un tempo boscosissima e abitata da maiali di cinta senese, dove si erge l’eremo di Montesiepi magnificamente affrescato da Ambrogio Lorenzetti. La prossima domenica di mezza estate sarà occasione per tornare ad apprezzare in modo ragionato valore artistico e significato simbolico della spada qui infissa nella roccia dal Santo Cavaliere, e di tutte le altre singolarità di San Galgano.