Siena: umiliata e maltrattata per un anno. La polizia esegue il divieto di avvicinamento e l’obbligo di dimora nei confronti di un 30enne

 Sono durate quasi un anno le vessazioni ai danni della sua ragazza, ad opera di un trentenne della provincia di Siena. Solo a dicembre, però, dopo l’ennesimo litigio, la giovane ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato, agli uomini della Squadra Mobile in particolare. Il quadro che è emerso dalle sue confessioni è stato quello di una relazione sentimentale malata, fatta di gravissime umiliazioni, offese, minacce, lesioni, durata anche troppo: quasi un anno. L’estate scorsa, dopo l’ennesimo litigio, l’uomo l’ha dapprima umiliata ripetutamente, colpendola poi con schiaffi e pugni fino a farla sanguinare. La giovane aveva anche tentato di interrompere la relazione ma, in tutta risposta, aveva ricevuto solo calci e pugni.  Solo allora si è decisa a rivolgersi per le cure all’Ospedale ed a raccontare tutto alla Polizia. La vita della ragazza era, infatti, diventata oramai impossibile: anche l’uscita con gli amici le veniva inibita con continui atteggiamenti persecutori, arrivando anche, in un’occasione, all’interno dell’auto, a essere minacciata con un coltello ed a essere schiaffeggiata sino a sanguinare.  Per assicurarsi l’impunità l’uomo era arrivato a minacciare anche il padre della ragazza; gli aveva intimato di ritirare immediatamente la denuncia che aveva presentato nei suoi confronti poiché, in caso contrario, gliela avrebbe fatta pagare. Dopo tanti mesi, l’incubo della ragazza è finalmente giunto al termine: pochi giorni fa, gli investigatori della Squadra Mobile, dopo aver acquisito le testimonianze e definito tutti gli elementi probatori, hanno dato esecuzione alle misure cautelari dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza e del divieto di avvicinamento alla persona offesa a carico dell’indagato, misure disposte dal GIP presso il Tribunale di Siena su richiesta della locale Procura. È stato, questo, l’ennesimo caso di codice rosso accertato dalla Squadra Mobile della Questura di Siena, conclusosi con l’emissione di misure cautelari nei confronti dei responsabili.