Toscana : Commissione inchiesta Keu; relazione di minoranza delle opposizioni Lega, Fdi, Fi e M5S, “la mafia è capillarmente presente in Toscana. Dagli ultimi rapporti  emerge una novità importante:  le mafie non operano più prevalentemente attraverso il controllo diretto dei territori e delle attività criminali tradizionali, ma si ergono addirittura come una sorta di agenzia di servizi, sfruttando le difficoltà del nostro tessuto sociale e produttivo.”

“E’, purtroppo, indubbio che la mafia sia capillarmente presente in Toscana. Dagli ultimi rapporti che abbiamo preso in considerazione, emerge una novità importante: nella nostra Regione, le mafie non operano più prevalentemente attraverso il controllo diretto dei territori e delle attività criminali tradizionali, ma si ergono addirittura come una sorta di agenzia di servizi, sfruttando le difficoltà del nostro tessuto sociale e produttivo”. E’ quanto afferma, tra l’altro la relazione di minoranza presentata da Lega, Fdi, Fi e M5S a conclusione dei lavori della commissione d’inchiesta Keu e che andrà in aula del consiglio regionale prossimamente insieme al documento di maggioranza. “Secondo gli esperti con i quali abbiamo collaborato in questi mesi, il porto di Livorno gioca, ad esempio, un ruolo strategico per le attività criminali, quasi al pari di quello di Gioia Tauro in Calabria. Un fenomeno che dev’essere rigorosamente contrastato, anche in vista degli investimenti previsti sullo scalo labronico. Purtroppo, però, è l’intero territorio regionale interessato dalle attività delle mafie. Da sottolineare, inoltre, come vi sia un tacito accordo fra le diverse mafie per il controllo delle diverse attività criminali. Mentre le mafie italiane hanno indossato la giacca e la cravatta per fare affari loschi, sfruttando i sistemi di controllo carenti, alle mafie straniere sono state sub-appaltate le attività criminali classiche, quali spaccio, sfruttamento della prostituzione e riciclaggio. “La Toscana ha potuto vantare fino a ieri un tessuto politico, sociale e produttivo con anticorpi forti per contrastare le infiltrazioni. La metamorfosi che sta interessando le mafie, sta però rendendo più difficoltoso intercettare i fenomeni malavitosi. Per questo è fondamentale che la stessa Toscana faccia sistema come territorio, mettendo insieme le forze. Associazionismo, scuole, imprese e Forze dell’ordine devono marciare compatte. Occorre osservare, analizzare, informare ed educare per riuscire prevenire e contrastare la mafia nella sua nuova veste. La Toscana ha la forza di una comunità coesa che sente forte il valore della legalità ma oggi questo non basta più.
Nel corso dei nostri lavori, ricordiamo che non abbiamo potuto ascoltare i soggetti iscritti nel registro degli indagati; la Commissione d’inchiesta regionale non ha, infatti, i poteri della Magistratura o delle Commissioni di inchiesta parlamentari. Così come non abbiamo avuto il materiale richiesto alla procura e non abbiamo potuto audire la dottoressa Ciampelli, titolare delle indagini. Detto questo, abbiamo comunque ricostruito un quadro preciso della situazione, sul piano procedurale e tecnico per chiarire le responsabilità politiche in capo ad alcuni soggetti coinvolti e per capire dove agire nell’ordinamento regionale per colmare i vuoti normativi o le disfunzioni che hanno portato allo spargimento sul nostro territorio di rifiuti pericolosi. In particolare, va annotato come nel corso delle nostre audizioni è emerso come l’ex presidente Enrico Rossi – stando a quanto riferisce – avrebbe con largo anticipo annunciato che portare in aula l’emendamento dei conciatori era letteralmente “una cazzata”. Il Partito Democratico quindi, a nostro avviso, non poteva non sapere. Abbiamo, infine, avanzato oltre 20 proposte pragmatiche che migliorano senza dubbio la capacità del nostro sistema istituzionale di rispondere ai tentativi di infiltrazione mafiosa, avendo come obiettivo quello di mettere in sicurezza il nostro territorio. L’approfondimento deve andare avanti sulle bonifiche e sull’accordo di programma, in attesa delle conclusioni delle indagini”. La relazione di minoranza è firmata da  Elena Meini(Lega) Presidente Commissione,  Alessandro Capecchi(Fdi) Commissario,  Irene Galletti(M5S) Commissario e  Marco Stella(FI) Commissario.