Toscana : Covid, arrivati i primi anticorpi monoclonali

 di Marco Ceccarini e di Maria Antonietta Cruciata

Sono arrivate le prime fiale di anticorpi monoclonali per pazienti affetti da Covid-19. Le fiale, che spettano alla Toscana, sono 1.080 per il solo mese di marzo. Ne sono già arrivate 250 e tra oggi e domani 23 marzo verranno consegnate le altre 830 dosi.Il primo farmaco a essere distribuito è stato Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly, ma sono in fase di approvazione da parte dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, anche altri farmaci che verranno distribuiti nel prossimo mese di aprile.Sono tutti farmaci a base di anticorpi monoclonali, progettati per legarsi alla proteina spike di Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. “Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina contro il Covid. Le prime fiale sono arrivate anche in Toscana. E’ l’inizio di una nuova stagione – dichiara il presidente Eugenio Giani -. Un lavoro di squadra, che vede impegnati in prima linea gli infettivologi di tutte le aziende sanitarie e ospedaliero universitarie della nostra regione, selezionerà i primi 1.080 pazienti con le caratteristiche per essere curati con un farmaco che ci lascia ben sperare. Ho una grande fiducia nella scienza e nell’eccellenza dei nostri scienziati e ricercatori, che lavorano senza sosta, per fornirci gli strumenti necessari per curare la malattia al suo esordio. Anche la Toscana è in prima linea nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dal microbiologo Rino Rappuoli di Siena, veri protagonisti di questo filone decisivo nella lotta al Covid-19. Finita la fase di sperimentazione, contiamo di poterlo produrre anche noi e utilizzarlo al più tardi entro l’Estate”.  “Si tratta di un’altra freccia preziosa da aggiungere all’arco nella lotta al Covid – spiega l’assessore alla sanità Simone Bezzini -. Gli anticorpi monoclonali rappresentano uno strumento in più, complementare al vaccino. I dati degli studi a oggi pubblicati indicano che il beneficio è nei pazienti non ospedalizzati, quindi l’utilizzo è indicato in contesti più precoci della malattia, al fine di ridurre la carica virale del paziente ed impedirne il peggioramento. In particolare questi farmaci sono destinati a pazienti con una malattia lieve o moderata, ma ad alto rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 a causa di altre patologie croniche concomitanti all’infezione”.  La maggior parte di questi pazienti si trova in isolamento domiciliare. Saranno, quindi, le squadre Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e i medici di medicina generale a intercettare i pazienti per il trattamento.  Tramite apposita scheda di pre-arruolamento, predisposta dalla Regione Toscana sulla base delle indicazioni Aifa, i pazienti saranno preselezionati dalle Usca e dai medici di medicina generale e indirizzati ai centri specialistici più vicini per il trattamento. A oggi, lunedì 22 marzo, sono state individuate dodici strutture specialistiche distribuite su tutto il territorio regionale, ma con l’arrivo di quantità maggiori di farmaco il numero di centri verrà ampliato in funzione del fabbisogno del territorio.Attualmente i centri individuati sono quelli delle Aziende ospedaliero universitarie di Careggi, Pisa e Siena e delle Asl: gli ospedali di Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, del San Giuseppe di Empoli e del San Jocopo di Pistoia per la Centro; il nuovo ospedale Apuane di Massa, gli ospedali Riuniti di Livorno, il San Luca della Piana di Lucca per la Nord Ovest; il San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto per la Asl Sud Est.L’iniziativa prevede una cabina di regia regionale, che coinvolge gli infettivologi di tutte le Aziende sanitarie toscane.