Val d’Orcia: continua l’entusiasmo dopo la rinuncia di Sorgenia alle centrali geotermiche in Val di Paglia. Intervista a Benedetta Origo, proprietaria de La Foce e tra le voci attive fin dall’inizio contro il progetto
Di Stefano Magi
E’ notizia di neanche due giorni fa che Sorgenia ha rinunciato definitivamente alla realizzazione della centrale geotermica Le Cascinelle in Val di Paglia e all’impianto analogo previsto a Poggio Montone, sul versante amiatino. Un vero e proprio colpo di scena, soprattutto perché la realizzazione della centrale sembrava ormai una certezza, rafforzata dal via libera firmato dall’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi. Si trattava di due impianti basati su una tecnologia a zero emissioni e con reiniezione totale del fluido geotermico, definiti dalla stessa società come “sperimentali”. Il lungo e complesso iter autorizzativo, unito al mutato contesto normativo ed economico, ha però reso la realizzazione dei progetti non più sostenibile. Dopo aver tentato senza successo un co-finanziamento con altri operatori, Sorgenia ha deciso di interrompere il percorso. Una decisione accolta con entusiasmo da sindaci, comitati, associazioni e cittadini che fin dall’inizio si sono opposti agli impianti. Tra loro c’è anche Benedetta Origo, proprietaria de La Foce, luogo simbolo della Val d’Orcia, che ha rappresentato la voce dei principali imprenditori della zona e che abbiamo intervistato per ripercorrere le tappe di questa lunga battaglia e riflettere sul futuro del territorio.
D.È rimasta sorpresa dalla decisione di Sorgenia di ritirare i progetti geotermici in Amiata e nella Val di Paglia?
R.“Molto sorpresa. La mia prima reazione è stata: non posso crederci, sarebbe troppo bello. Dopo tanti anni di finanziamenti e collaborazione con la Regione Toscana, ostinata nel non considerare vincoli o ragionamenti ambientali, turistici, agricoli e storici, mi sono chiesta come sia stato possibile arrivare finalmente a questa decisione, che era dovuta ma sembrava impossibile.”
D.Come ricorda il lungo percorso di difesa del territorio che ha portato a questo risultato?
R.“È stato un successo sofferto, ma meritato. Il merito va a tutti i comitati, i cittadini, agli imprenditori agricoli e turistici, alle piccole industrie locali e a tutti i viaggiatori e amanti della Val d’Orcia che si sono uniti in questa battaglia. A tutti. All’inizio sembrava una lotta troppo grande per noi.
D.Una centrale geotermica “sperimentale” a pochi metri dalla buffer zone UNESCO della Val d’Orcia. Come si possono evitare in futuro tentativi simili?
R.“Buona domanda. Bisognerebbe capire come sia stato possibile che vincoli esistenti da anni siano stati aggirati e superati così facilmente, fino a essere accettati da tutti salvo l’ultimo ostacolo governativo. In Italia sembra che leggi e vincoli siano spesso ignorati, basta una deroga. Purtroppo manca educazione civica e spesso prevale l’interesse personale sul bene pubblico.”
D.Sindaci, associazioni, comitati, cittadini, attività commerciali. In questa rete lei ha rappresentato i principali imprenditori della Val d’Orcia. Qual è oggi l’economia reale di questo territorio e quale futuro può avere in un mondo sempre più orientato a business, consumismo e speculazione?
R.“La domanda riguarda non solo questo nostro angolo paradisiaco, ma tutto il Paese. I veri valori di una nazione dovrebbero essere insegnati fin dalle scuole elementari, perché questo è il vero problema. Non esiste solo la “valorizzazione” di un territorio o il guadagno economico. E l’amor patrio? Chi usa più queste parole? L’economia reale di una regione come l’Italia, così ricca di risorse, non può essere solo valorizzazione, una parola spesso fraintesa e non sempre usata in modo onesto.
D.Progetti come quello di Sorgenia trovano spesso terreno fertile grazie agli incentivi economici promessi, soprattutto in territori dove i piccoli comuni faticano a sostenersi. Come si può valorizzare la ricchezza autentica di queste terre senza svenderla in cambio di finanziamenti che rischiano di compromettere salute, paesaggio e ambiente?
R.“In un paese serio, le risposte sarebbero semplici. Servono educazione, coscienza sociale, onestà, partecipazione civica. Vogliamo almeno iniziare a promuoverle?”