A Chianciano Terme Angelo Corbo, uno dei superstiti della strage di Capaci. Messo a dimora “l’albero di Falcone”

L’Istituto Artusi, in collaborazione con il Comune di Chianciano Terme e l’Assessorato alla cultura  di Sarteano, si è fatto promotore di una giornata di riflessione e dialogo sulla strage di Capaci, a distanza di 30 anni dal vile attentato mafioso. Il 23 maggio 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei, gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Più in generale, obiettivo dell’incontro, è stato quello di sollecitare gli alunni sulle tematiche di Educazione Civica, sul senso dello  Stato, sulla Pace, tematica purtroppo di grande attualità in questo periodo storico e sul ruolo esercitato dalla mafia nel nostro Paese, in particolare negli anni dello stragismo. Dopo i saluti del vicesindaco e assessore alla cultura Rossana Giulianelli e della dirigente scolastica dell’Istituto alberghiero Artusi Daniela Mayer,  di fronte alla folta platea di studenti, la testimonianza di uno dei superstiti della strage di Capaci: l’Ispettore Superiore  Angelo Corbo, Medaglia d’Oro al Valor Civile, ora testimonial, divulgatore e autore di un libro sul tragico evento. In “Strage di Capaci – paradossi, omissioni e altre dimenticanze”, Corbo parte dall’esperienza di giovane agente “senza esperienza” chiamato a far parte del team di guardie del corpo di una delle personalità più in vista, per poi ricostruire, con dettagli inediti (come la sparizione di rullini fotografici o la tecnica utilizzata dagli stragisti), quel drammatico 23 maggio 1992. Tanti gli interventi e le domande rivolte a Corbo da parte degli studenti, che successivamente, accompagnati dal sindaco Andrea Marchetti e dal Ten. Col. dei Carabinieri Forestali, Stefano Veracini, hanno messo a dimora, di fronte al PalaMontePaschi,“ L’albero di Falcone”, gesto simbolico ma particolarmente significativo, in collaborazione con il Comune di Chianciano Terme. L’incontro è stato anche l’occasione per una breve anticipazione dell’edizione 2022 del “Premio Scudo Chianciano Terme”, che avrà come filo conduttore ancora una volta i temi della legalità, a 30 anni dalle stragi di Capaci e Via D’Amelio, a 40 dall’omicidio del Gen. Dalla Chiesa.