Arezzo : crisi Fimer; scatta l’allarme rosso per l’intera filiera produttiva. Baldi: “davvero necessario uno sforzo comune di tutte le componenti coinvolte per cercare una soluzione efficace”

Di Luca Matteoni


Un territorio, una filiera, un settore produttivo intero, quello elettronico, in gravissime difficoltà. “La grave crisi che sta subendo la Fimer, importante azienda del settore dell’elettronica e dell’energia alternativa sta mettendo a dura prova la vita produttiva di tutta la filiera e non solo, in un territorio decisivo per l’economia aretina, soprattutto per quel che riguarda le piccole imprese, è il mondo degli artigiani”.  Maurizio Baldi, presidente Confartigianato Valdarno, rilancia con forza l’allarme legato alle conseguenze che il momento difficile dell’importante asset produttivo sta provocando sul territorio della vallata e nei confronti delle numerose imprese coinvolte.Qualche cifra: la Fimer impiega 450 dipendenti diretti e circa 20 interinali. Includendo l’indotto, stimato in oltre 300 unità,  si arriva complessivamente a circa 800 persone, una forza lavoro molto significativa che nel corso degli anni ha contribuito allo sviluppo industriale e che costituisce una fonte di entrata fondamentale per tantissime imprese artigiane.Più nel dettaglio delle problematiche pratiche entra Daniele Beligni, Vice Presidente di Confartigianato Valdarno  secondo il quale “la situazione è davvero molto difficile  in quanto Fimer ha dovuto affrontare la crescita dei costi nel periodo post-pandemico, di componenti, materie prime e un allungamento dei tempi di consegna delle forniture strategiche della componentistica elettronica, entrando in una crisi che di fatto sta portando conseguenze pesantissime sull’indotto delle piccole e medie imprese collegate a Fimer”.“Proprio il difficile reperimento delle materie prime e quindi l’impossibilità di garantire la continuità lavorativa destano forte preoccupazione in Confartigianato Arezzo  –  torna a spiegare il presidente di vallata Baldi  –  e il settore produttivo artigiano collegato alla Fimer presenta forti segni di sofferenza complessiva. Il settore intero procede con evidenti rallentamenti, malgrado in assoluto il mercato di riferimento sia in espansione. “A questo punto – conclude Baldi – appare davvero necessario uno sforzo importante di tutte le componenti coinvolte, politiche, istituzionali, associative, sindacali e produttive per cercare e trovare una soluzione che consenta alla Fimer e quindi a tutto il settore economico che fa riferimento a questa impresa, di uscire da questa grave crisi, in modo che il Valdarno possa continuare a contare su una delle sue eccellenze, quella della tecnologia, energia alternativa ma che muove molti altri settori necessari a questa attività e che, insieme a quella della moda, rappresenta il traino imprenditoriale del territorio”.