Arezzo: premiati con le statuette ‘Tagete’ gli scrittori Iacopo Maccioni, Alfredo Grandini e Fausto Casi. Premio Etruria a Stefano Vitale e Alessandro Marchi. Ventuno premiati nella Cerimonia in Sala dei Grandi. Paolo Ruffilli e Dacia Maraini Ospiti d’Onore
L’Associazione Scrittori Aretini Tagete, che ha compiuto venticinque anni, non poteva celebrare meglio questo anniversario che con il doppio appuntamento in Sala dei Grandi ad Arezzo per la Cerimonia di Premiazione e con Dacia Maraini al Circolo Artistico. Alla presenza di un numeroso pubblico e alle spalle del celebre affresco con i grandi aretini, è stata svelata la classifica finale del XXIV Premio Letterario Tagete e del 2^Premio Letterario Nazionale Etruria. La manifestazione, patrocinata da Provincia e Comune di Arezzo, dall’Accademia Petrarca e con la concessione del logo della Fondazione Guido d’Arezzo, ha visto premiati, tra le tante opere giunte per entrambi i bandi di Concorso, ventuno autori sia aretini che giunti da ogni parte d’Italia. Questa la classifica finale annunciata, con la lettura delle approfondite motivazioni, dai Presidenti di Giuria Prof. Ivo Biagianti, docente universitario, e dal Prof. Paolo Ruffilli, noto scrittore ospite d’onore: per il premio Tagete Poesia Edita Segnalazione a Maria Vestrucci (di Lucignano) per Frammenti di vita; per la Narrativa edita1 Premio a Iacopo Maccioni (anch’egli lucignanese), per Dentro lo zaino, 2^ Premio ex aequo agli aretini Mauro Caneschi per Le figlie dell’uomo e a Leonardo Zanelli per Giallo Van Gogh, 3^ Premio a Leonardo Bigliazzi per Blue Il colore della giustizia, Segnalazione a Luca Mazzi, per Il vestito del massonee a Valerio Cencini per Stanotte dormo sulla luna; per la Saggistica Edita il 1^ premio è andato a Alfredo Grandini per Il Concorso Polifonico di Arezzo, 2^ premio a A.Conti-S.Del Grande-P.Fistermaire-S.Mencaroni, per Luce nel buio. Il valore della cura. Immagini al tempo del Covid, 3^ Premio a Simone De Fraja per 1384 La presa della città. Arezzo nelle mani di Enguerran de Coucy, Segnalazioni a Sara Lucaroni, Sempre lui. Perché Mussolini non muore mai e a Roberto Parnetti, 1931-2021. Novant’anni di Giostra del Saracino; per la sezione Racconto Inedito Adulti (Giudice Unico Paolo Ruffilli)1^ Premio a Stefania Calesini per L’inaugurazione del mondo e 2^ premio a Anna Bologni per La liberazione, mentre per la Poesia Inedita Adulti 1^ premio a Rocco Colacrai per L’undicesimo comandamento. Non dimenticare. Infine 1^ premio alla giovanissima Maria Cristina Altavilla per la Poesia Inedita Giovani. La preziosa statuetta del mitico Dio etrusco, creata dallo scultore castiglionese Lucio Minigrilli è andata al 1^ classificato delle tre sezioni Tagete, mentre pregevoli targhe e pergamene sono andate a tutti gli altri finalisti. Una statuetta speciale Opera Omnia ha premiato il Prof. Fausto Casi, ideatore del MUMEC, per la sua vasta attività scientifica e letteraria. Il romanzo 1^ classificato nella sezione Narrativa Tagete parteciperà di diritto al IV Premio Letterario Toscana, gareggiando con gli otto primi classificati in altrettanti premi di ogni provincia toscana, in base alla collaborazione istituita dal 2019 dall’Associazione Tagete con il contest letterario toscano che elegge il ‘Libro dell’Anno’. Ha fatto seguito la Classifica finale del 2^ Premio Letterario Nazionale Etruria, creato dall’Associazione Scrittori Aretini Tagete al fine di arricchire il panorama culturale del territorio e promuoverne la conoscenza in ambito più vasto. “Arezzo – ha dichiarato la Prof.ssa Patrizia Fazzi, Presidente dell’Associazione Tagete – è patria di tanti illustri scrittori e uomini di cultura, tra cui Mecenate, Guittone d’Arezzo, Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, Pietro Aretino, Francesco Redi e altri, i cui ritratti campeggiano affrescati alle nostre spalle, e quindi meritava un Premio Nazionale di alto livello per di più intitolato alla origine etrusca della città”. Di grande impatto, come lo scorso anno, l’intervento di Paolo Ruffilli (1949), ospite d’onore e Presidente della Sezione ‘Poesia edita’. Scrittore multiforme e traduttore, autore di numerose opere di poesia, narrativa, saggistica, a loro volta tradotte in oltre dieci lingue e pluripremiate in ambito nazionale ed oltre, ha incantato il pubblico ricordando Pier Paolo Pasolini, a cui, nel centenario della nascita, era stato dedicato il Premio Tagete e la sua è stata quasi una mini ‘Lectio magistralis’ sull’intellettuale friuliano, unita al ricordo personale del poeta. Questa la classifica finale del Premio Etruria: Sezione Poesia edita Si resta sempre altrove del torinese Stefano Vitale, 2^ Premio al vicentino Giuliano Gemo per la raccolta Stagioni, Segnalazioni di Merito a Roberto Mosi (Firenze)per Il profumo dell’irise Emanuela Dalla Libera(vicentina trapiantata in Toscana) per Sedimentare il tempo.Per la sezione narrativa Edita 1^ premio a Tu non ci credere mai del bolognese Alessandro Marchi, 2^ Premio a Cettina e le altre donne di Fabio Carlini(Teramo), 3^ Premio a Il primo aereo arriverà da Nord dell’aretino Pierfrancesco Prosperi.Segnalazioni di merito a Gli occhi rossi del piccione di Renzo Vidale (Milano) e a I nomi di Melba di Sara Notaristefano (tarantina residente a Merano).Tutti i libri premiati sono stati esposti in un lungo tavolo davanti al pubblico. I primi classificati della due sezioni del Premio Etruria hanno ricevuto la somma di 500 euro e una pregevole targa agli altri finalisti. La serata è stata allietata dagli intermezzi musicali degli allievi della Scuola di Musica D.I.M.A., che hanno eseguito vari brani di chitarra classica. completare la manifestazione il giorno dopo una sala gremitissima del Circolo Artistico ha accolto e ascoltato in religioso silenzio la grande Dacia Maraini, invitata dall’Associazione Tagete per presentare il libro “Caro Pier Paolo” in cui l’autrice ricorda e racconta la figura di Pasolini, come intellettuale, uomo, viaggiatore, coraggioso anticonformista e suo grande amico. Ne è scaturito un coinvolgente dialogo tra lei, Paolo Ruffilli e PatriziaFazzi, con interventi e lunghi applausi anche del pubblico, incantato dal garbo e dalla lucida esposizione della Maraini. Un momento di grande letteratura per la presenza di questa autrice testimone di un’epoca letteraria e sociale e alla quale ha portato il saluto della città anche Simon Pietro Palazzo, Consigliere Comunale. Una ben riuscita commemorazione del valore anche della poesia pasoliniana.