Barberino Tavarnelle : un secolo di radio con il collezionista Daniele Camiciottoli

 Nelle mille ‘vite’ che si annidano tra i settecento apparecchi, civili e militari, di Daniele Camiciottoli, si racconta ad una sola voce, quella della passione di una comunità per la radiofonia, tutto ciò che c’è da sapere sulla nascita e l’evoluzione di questo importante strumento di informazione e comunicazione. La collezione, unica in Italia, messa insieme dal cittadino che da sessant’anni colleziona e restaura gli oggetti del passato, è divenuta patrimonio collettivo grazie alla donazione fatta al Comune e all’idea del sindaco David Baroncelli di farne un museo interamente dedicato alla radio in una sala del Cinema Olimpia di Tavarnelle. A cento anni dal debutto della radio italiana, avvenuto il 6 ottobre 1924 dal microfono romano di Maria Luisa Boncompagni, la storia del fotocineoperatore sanitario della Romita, che si intreccia al progetto culturale del primo cittadino, amplifica e rimarca il significato dell’anniversario. Il numero delle radio storiche di Barberino Tavarnelle cresce di giorno in giorno con le donazioni di decine di appassionati che da tutta Italia, appresa la notizia del progetto museale, si fanno avanti per affidare sogni e tesori del loro passato ad uno spazio ed un percorso pubblico. Proprio nei giorni scorsi il sindaco ha avuto l’occasione di incontrare Camiciottoli, apprezzare i nuovi apparecchi e toccare con mano le rarità che caratterizzano tale patrimonio, destinato a stimolare l’interesse delle nuove generazioni. La collezione ripercorre oltre un secolo di invenzioni, fatte di parole e musica, cento anni di radio di diverse forme, origini, funzioni, ponti tecnologici che hanno rivoluzionato il modo di comunicare e mettere in rete persone, fatti, territori, colonne portanti, e non solo sonore, della cultura dell’informazione del Paese. Dalle prime radio degli anni Venti, italiane, inglesi, tedesche, esteticamente poco attraenti ma efficienti mezzi di comunicazione che iniziavano a diffondersi negli ambienti domestici, acquisendo un carattere popolare, alle eleganti radio da salotto degli anni Quaranta, arricchite da disegni e intarsi con i giradischi all’interno, fino ai tempi più recenti, agli anni Cinquanta e Sessanta con il cosiddetto ‘gnomo’, di piccole dimensioni da mettere sopra il comodino, e il transistor, la radio amatissima dai tifosi che si portava all’orecchio per ascoltare le partite di calcio passeggiando a braccetto con l’amata. “La collezione, futura anima del museo – commenta il sindaco – che ci prepariamo a realizzare all’interno del Cinema Olimpia, di proprietà comunale, vuole proporre un salto nel passato, un viaggio culturale intorno al mondo volto ad incantare, ad affascinare e ricostruire il contesto storico, il tessuto sociale e culturale di ogni decennio attraverso le caratteristiche tecniche, il design, la bellezza e la funzionalità delle radio europee ed internazionali”. Una passione che viene da lontano quando Daniele Camiciottoli aveva solo 12 anni e il suo punto di vista di adolescente, fatto di curiosità e inclinazione per le piccole grandi avventure tecnico-scientifiche, lo portava alla ricerca di ingranaggi e meccanismi da scoprire e riportare in vita. “Ero affascinato da quel ‘miracolo’ che si riproduceva ogni volta – rivela – la voce che usciva dalla scatola e lasciava spazio all’immaginazione mi spronava a dare risposta a quei tanti perché, a chiedermi come tutto questo potesse accadere”.  “Ricordo ancora l’atmosfera magica che si creava quando accendevamo la radio in salotto – sottolinea – per ascoltare tutti insieme musica classica e commedie”. Daniele custodisce ancora quella radio di famiglia, costruita nel 1955, che nonostante l’età è tornata a ‘conversare’. Una vita le è già stata donata da colui che ama far rinascere gli apparecchi usurati dal tempo. Ora aspetta la seconda, quella che le permetterà di essere condivisa, di testimoniare, fare memoria e invitare tutti, soprattutto i più giovani, a sintonizzarsi sulle frequenze della cultura e della storia della radio nel futuro museo di Barberino Tavarnelle.