Castiglione del Lago : con “Mamma Roma” di Pasolini torna il cinema d’autore a Roccacinema ;mercoledì 6 luglio la proiezione della pellicola restaurata dalla Cineteca Nazionale di Roma, con l’intervento del critico Simone Rossi

È stato presentato in anteprima mondiale nella sezione “Berlinale Classics” a febbraio al Festival di Berlino per cominciare l’anno del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. E “Mamma Roma”, recentemente restaurato dalla “Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia”, è uno dei suoi film più belli e struggenti, quello in cui l’autore di “Accattone” incontra Anna Magnani. Sicuramente una delle interpretazioni migliori della Magnani, “mater dolorosa” stretta nella morsa tra calcolo e sentimento, condannata alla tragedia dalle ambizioni con cui vorrebbe riscattare suo figlio e se stessa. Mercoledì 6 luglio alle 21:30 il capolavoro di Pasolini viene proposto a “Roccacinema 2022”, con l’intervento del critico Simone Rossi, in un evento che sottolinea l’importanza culturale del cinema e della proiezione in una sala cinematografica, in questo caso un’arena estiva, la splendida Rocca Medievale di Castiglione del Lago. «Con l’apertura del Nuovo Cinema Caporali in autunno – spiega Piero Sacco, Presidente di Lagodarte Impresa Sociale – è nostra intenzione utilizzare al meglio le due nuove sale per proporre con maggiore frequenza pellicole d’autore e retrospettive, sfruttando e valorizzando il lavoro di conservazione e di restauro della “Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia” della “Fondazione Cineteca di Bologna”. Una nuova struttura che deve proporre senza dubbio cinema “commerciale” ma anche ribadire la sua centralità nella proposta culturale castiglionese e del territorio circostante, offrendo al pubblico un confronto diretto con i registi, gli autori, gli attori e i critici». Mamma Roma è una condanna del razzismo classista e insieme dell’individualismo di un sottoproletariato che aspira egoisticamente alla piccola borghesia, in un racconto imbevuto di riferimenti pittorici, con la famosa immagine di Ettore legato in carcere che rimanda al “Cristo Morto” del Mantegna o a una “assurda e squisita mistione fra Masaccio e Caravaggio”, secondo la polemica risposta di Pasolini alla critica. Una prostituta, Mamma Roma, abbandona il marciapiede e decide di diventare una rispettabile piccolo borghese dopo il matrimonio del suo protettore, iniziando l’attività di fruttivendola. Con il figlio adolescente Ettore va ad abitare in un appartamento della periferia romana: sogna per lui un avvenire conformista e piccolo-borghese. Ettore non l’ama e non conosce la sua storia (è vissuto distante da lei) ma la donna vuole comunque assicurargli un futuro senza problemi e gli trova un impiego. Senza accorgersene però lo spinge verso l’infelicità e la morte. Saputa la verità su di lei, il ragazzo delinque, è arrestato e muore in carcere per i maltrattamenti subiti, invocando Guidonia, il paese dov’è cresciuto, ma anche metafora della madre e del grembo materno. Uno dei nodi drammatici più intensi del film è il contrasto, anche fisico, fra la vitalità irruenta e sanguigna di una grande Anna Magnani e l’apatia opaca del “non attore” Ettore Garofolo. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un Paese che sta perdendo e corrompendo i suoi caratteri originari. Il restauro operato sulla pellicola del 1962 ha consentito, fra l’altro, il recupero paziente di tutti i frammenti che in 60 anni erano andati perduti, colmando piccole lacune e scoprendo modifiche arbitrarie, così da riportare per la prima volta il film alla sua forma originaria, che aveva alla sua prima uscita in sala.