Cetona: il 23 luglio prima edizione del Premio “Ruggero Maccari” per giovani sceneggiatori. 100 i giovani candidati.Inedito il tema scelto per il primo concorso: la vita del pittore cetonese Lionello Balestrieri che con l’opera “Beethoven” vinse il primo premio all’Esposizione Universale di Parigi del 1900
Cetona unisce le arti visive (arte, musica, cinema) promuovendo il concorso per la migliore sceneggiatura con la prima edizione del Premio “Ruggero Maccari” in onore dello sceneggiatore e regista, pilastro della cinematografia italiana, che proprio Cetona ha frequentato per lungo tempo. Il premio, rivolto a giovani sceneggiatori tra i 24 e 38 anni, sarà assegnato a Cetona sabato 23 luglio alle migliori sceneggiature sul tema scelto per questo primo concorso: la vita del pittore cetonese Lionello Balestrieri che con l’opera “Beethoven” vinse il primo premio all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900. Per l’occasione, gli organizzatori hanno previsto una serata di eventi e animazione a partire dalle 18.00 in Piazza Garibaldi. Il giorno seguente, domenica 24 luglio è previsto un laboratorio di sceneggiatura rivolto ai giovani registi e sceneggiatori. Il Premio “Ruggero Maccari” riporta Cetona ai fasti di cinquant’anni fa quando, nel 1972, con il Premio “La Rocca di Cetona”, il borgo venne definito “La piccola Hollywood” per il movimento culturale che i molti personaggi del cinema e dello spettacolo avevano creato proprio a Cetona frequentandola e vivendola assiduamente. Questi i premi in palio: al primo classificato 5.000 Euro; al secondo 1.000 Euro e al terzo 500 Euro. Promosso da Fondazione Lionello Balestrieri, Associazione Casa Bianchini-Balestrieri e Cetona Cinema, il premio è patrocinato dal Comune di Cetona. La Giuria della prima edizione del “Premio Ruggero Maccari” è composta da professionisti del settore dello spettacolo (critici cinematografici, giornalisti, sceneggiatori, registi, scrittori, fotografi, storici delle arti e dello spettacolo ed esperti del linguaggio visivo). Questi i componenti della prestigiosa Giuria, coordinata da Ludovica Fales: Fabio Ferzetti (Presidente della Giuria), Linda Ferri, Irene Dionisio, Roberto De Paolis, Graziano Diana, Luca Criscenti, Fabio Alcantara. Barbara Maccari (figlia dello sceneggiatore Ruggero Maccari) sarà Presidente onorario. Lidia Barillà (Vicepresidente della Fondazione Lionello Balestrieri e bisnipote del pittore Lionello Balestrieri) componente della Giuria e organizzatrice del Premio insieme ad Alice Bazzini. Sono circa cento i giovani sceneggiatori che si sono iscritti per questa prima edizione del “Premio Ruggero Maccari”. Due le sezioni del premio: la sceneggiatura per una mini-serie (massimo 4 episodi) e la sceneggiatura per un lungometraggio, entrambe ispirate all’autobiografia del pittore cetonese Lionello Balestrieri (Arduino Bassi) dal titolo “Una rondine non fa primavera – Ricordi di un pittore romantico” (testo curato da Enrico Di Nola e Valentina Faudino, Ferrara, Ed. Edisai, 2008), di cui nel 2022 ricorrono i 150 anni dalla sua nascita. Ruggero Maccari (Roma, 1919-1989), sceneggiatore e regista, scrittore di cinema, principe della commedia all’italiana, era arrivato alla sceneggiatura cinematografica dopo aver lavorato nel giornalismo satirico del dopoguerra, e in particolare nella redazione del «Marc’Aurelio», gloriosa palestra di talenti e scuola di una generazione di narratori. Provenendo dal mondo dei giornali satirici dove aveva affinato il gusto della caricatura e del paradosso umoristico, Maccari cominciò a lavorare scrivendo per il varietà, l’avanspettacolo e il teatro di rivista. Il primo film accreditato della sua carriera è del 1949 Undici uomini e un pallone. Il primo periodo è in gran parte abbinato ai nomi di Aldo Fabrizi e di Totò e collabora, a disegnane il profilo, con Alberto Sordi. A partire dalla metà degli anni Cinquanta Maccari comincia a lavorare in coppia con il giovane sceneggiatore Ettore Scola (classe 1931), cofirmando le sceneggiature di due performance sordiane epocali: “Un giorno in pretura” e “Un americano a Roma”. I due formeranno uno dei sodalizi più duraturi, una delle coppie più incisive della commedia cinematografica italiana ed in tandem sceneggeranno quasi tutti i film di Antonio Pietrangeli, da Lo scapolo (con Sordi, 1956) a Io la conoscevo bene (1965), Nata di marzo (1958), Adua e le compagne (1960), Fantasmi a Roma (1961), La parmigiana (1963), La visita (1963), Il magnifico cornuto (1964), La congiuntura (1965). Tra i classici che ha curato della cosiddetta commedia all’italiana ricordiamo Guardie e ladri (1951), Il sorpasso (1962), Brutti, sporchi e cattivi (1976). Con la sua visione ironica e talvolta malinconica, Maccari è considerato uno dei pilastri della cinematografia italiana. Il suo lavoro è stato riconosciuto con diversi premi per la migliore sceneggiatura.
Il tema della prima edizione del concorso: Lionello Balestrieri
Lionello Balestrieri (Cetona, 1872-1958), pittore, docente e direttore dell’Istituto d’Arte Industriale di Napoli, sotto il profilo artistico sempre in conflitto con sé stesso e la sua arte. Considerato il “Pittore della musica” (la musica lo ha ispirato per decenni), con il dipinto “Beethoven” (ben 4,20 metri per un’altezza di 2,02) vinse il primo premio della prestigiosa Esposizione Universale di Parigi del 1900, opera che da più di un secolo troneggia in una Sala del Museo Revoltella di Trieste (l’opera fu acquista alla IV Biennale di Venezia nel 1901). Dopo il clamoroso successo conquistato a Parigi, il Balestrieri ritornò in Italia nel 1914 e, da quel momento, divenne docente e direttore dell’Istituto d’Arte Industriale di Napoli e da allora si dedicò alla scuola e alla ricerca per riformare la scuola d’arte. Una rondine non fa primavera-Ricordi di un pittore romantico (Cetona, 1872-1858), è l’autobiografia scritta da Lionello Balestrieri, sotto lo pseudonimo di Arduino Bassi, un amico cronista immaginario che permette all’autore di parlare di sé in terza persona. Il testo ripercorre tutte le tappe della vita e della lunga e travagliata carriera artistica del pittore nato a Cetona. Dai primi anni di vita, nel piccolo borgo di Cetona, al periodo di formazione all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, sotto la guida di Domenico Morelli e Filippo Palizzi. La storia racconta la vita scapigliata a Parigi, trascorsa nell’anima di Montmartre, con l’amico violinista Giuseppe Vannicola e l’incredibile successo con l’opera pittorica “Beethoven” che lo consacrò per sempre “Pittore della musica”.