Chiusi: domani 25 novembre inaugurazione della nuova ricostruzione del cippo maggiore del tumulo etrusco di Poggio Gaiella.Dopo alcuni anni in magazzino tornano in museo i rilievi del monumento circolare con una nuova proposta ricostruttiva

La nuova ricostruzione del cippo maggiore di Poggio Gaiella nel Museo Nazionale Etrusco di Chiusi e i risultati di nuove ricerche sui reperti provenienti dal tumulo etrusco saranno presentati al pubblico domani 25 novembre  nella sala conferenze del Chiostro di San Francesco. Introdurranno i lavori Gianluca Sonnini, sindaco del Comune della Città di Chiusi, Fabrizio Vallelonga, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Chiusi – Direzione regionale Musei della Toscana, Mattia Bischeri, Assessore alla Cultura del Comune della Città di Chiusi, e Enrico Mearini, Presidente del Gruppo Archeologico Città di Chiusi. La collocazione nella sezione dedicata ai reperti scultorei del museo rende ragione dell’importanza del monumento di Poggio Gaiella, che rappresenta un unicum nel panorama delle nostre conoscenze sulla scultura funeraria etrusca, e, in virtù dello sforzo ricostruttivo, restituisce con più immediatezza la leggibilità della volumetria e della ricca decorazione dell’opera.Nel corso dell’incontro verranno illustrate le vicende e le ricerche che hanno portato alla nuova proposta di ricostruzione del monumento circolare, curata dal prof. Adriano Maggiani, vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, e realizzata grazie al lavoro di ricostruzione e di trasposizione grafica del restauratore Giuseppe Venturini (Museo Nazionale Etrusco di Chiusi). La storia del monumento circolare di Poggio Gaiella inizia nel XIX secolo con la scoperta dei primi rilievi scultorei e si intreccia con le vicende della Collezione Casuccini e la sua cessione a Palermo, illustrate dalla d.ssa Caterina Greco, direttrice del Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas di Palermo. Con i successivi scavi di Clelia Laviosa, negli anni Sessanta del secolo scorso, a cui è dedicato il contributo di Elisa Salvadori e Edoardo Albani (Museo Nazionale Etrusco di Chiusi), proseguono le scoperte nell’area di Poggio Gaiella, fino ad arrivare alle novità degli scavi più recenti ripercorsi da Giulio Paolucci, direttore del Museo Civico Archeologico della Acque di Chianciano Terme, e occasione di nuove considerazioni e confronti anche alla luce delle ricerche passate. Il tumulo etrusco di Poggio Gaiella, a poca distanza da Chiusi, è un eccezionale monumento sepolcrale, dal diametro di 90 metri, alto 15, che ha ospitato almeno una trentina di tombe tra gli ultimi decenni del VII secolo d.C. e il periodo ellenistico. Tale è la sua grandezza e il complesso intreccio di camere sepolcrali e cunicoli che lo percorre che per lungo tempo è stato erroneamente identificato con la mitica tomba di Porsenna, il potente e famoso re di Chiusi. All’esterno era riccamente decorato con sculture a tutto tondo e un gruppo di monumenti circolari a bassorilievo in pietra fetida purtroppo pervenutici in maniera frammentaria e incompleta. Grazie ai reperti originali conservati nel museo di Chiusi, rinvenuti durante gli scavi di Clelia Laviosa, e ai calchi dei rilievi conservati nel Museo Salinas è stato possibile proporre la ricostruzione di uno di questi monumenti, databile in base alle caratteristiche stilistiche all’inizio del VI secolo a.C. L’opera era composta da almeno tre diversi dischi di grandezza decrescente sovrapposti a formare un monumento a gradini dal diametro di ca. 2,50 m alla base e altezza di ca. 1,50 m, completamente decorato a bassorilievo, anche nella parte superiore, e probabilmente interpretabile come copertura e segnacolo di una sepoltura. I tre ordini di rilievi raffigurano, partendo dal basso, sulla faccia verticale una teoria di cavalieri in corsa, una sfilata di opliti con suonatore di tibia e un gruppo di danzatrici. Le superfici orizzontali dei primi due dischi sono decorate con motivi vegetali stilizzati, mentre il disco superiore doveva avere la superficie orizzontale completamente decorata a bassorilievo. L’ipotesi di ricostruzione di questa scena, che rappresenta dei guerrieri in lotta, rappresenta l’elemento di maggiore novità emerso dallo studio del monumento e sembra escludere la possibilità di collocarvi alla sommità delle sculture a tutto tondo, in particolare delle figure di sfingi, trovate sempre a Poggio Gaiella, e a lungo ritenute essere parte del complesso scultoreo.