Chiusi: lottare a 4 anni per avere giustizia dopo essere finita in stato vegetativo. La battaglia di Lavinia Montebove continua, tra 2 mesi la ripresa del processo

di Luca Matteoni

«Mia figlia è in stato neurovegetativo da tre anni, noi cerchiamo di mantenere una serenità familiare, ma il processo rischia di andare in prescrizione. Ci preme avere giustizia, cioè far sì che io un domani ai miei figli Edoardo, 6 anni e Margherita, un anno e mezzo, possa raccontare perché la loro sorella è in stato vegetativo, perché è entrata sana all’asilo nido e ne è uscita quasi morta, perché non può giocare con loro e avere una vita normale». Così Massimo Montebove, originario di Chiusi e nostro collaboratore, oggi su Repubblica. Un servizio ripreso in serata anche dai Tg Mediaset. La vicenda, drammatica, è quella della figlia Lavinia: aveva 16 mesi appena, era in perfetta salute, quando la mattina del 7 agosto 2018 è stata accompagnata all’asilo privato “La fattoria di mamma cocca”, in via del Marco Finlandese, a Velletri, in provincia di Roma, dove Montebove vive con la compagna Lara Liotta.È stata inspiegabilmente lasciata sola, con un’altra bambina nel parcheggio del centro estivo. Gattonava nel piazzale quando è stata investita da una Bmw guidata da una donna, la madre di un bimbo dell’asilo. Scrive Repubblica che la maestra Francesca Rocca, che l’aveva in affidamento, è stata rinviata a giudizio per abbandono di minore aggravato, un reato che prevede una condanna fino a sei anni, mentre la donna che l’ha travolta è indagata per lesioni colpose gravissime. Da allora, complice anche la pandemia, il processo non è ancora iniziato. I genitori temono che la vicenda finisca in prescrizione. «A causa della riassegnazione dei ruoli del tribunale di Velletri, al giudice originariamente assegnatario del fascicolo è subentrata una sua collega – spiega l’avvocato Cristina Spagnolo – anche questo passaggio ha determinato un primo slittamento della celebrazione della prima udienza dibattimentale al 13 settembre 2021». Si riparte ora il 14 marzo prossimo, alla vigilia del compleanno di Lavinia. «Il processo prevede che vengano ascoltati una trentina di testimoni – afferma Montebove – per cui, il rischio che non si arrivi a una sentenza di merito c’è. Se si procede di questo passo è molto alta la probabilità  che si sconfini nella prescrizione per i successivi gradi di giudizio. Io chiedo solo che si concluda il processo». Montebove, sa bene che la maestra «al massimo potrebbe avere uno sbarramento per i concorsi pubblici o per entrare di ruolo – ripete – ma voglio giustizia». Come lui gli oltre 4mila membri del gruppo Facebook Giustizia per Lavinia, sul quale si moltiplicano gli attestati di stima e solidarietà, nei confronti di una famiglia che chiede solo giustizia. È nato anche un sito internet, www.giustiziaperlavinia.it, regalato alla famiglia Montebove dall’imprenditore veliterno Pietro Sportelli. Uno dei tanti gesti di solidarietà concreti che in questi anni, sull’asse Chiusi – Velletri, stanno dando forza a mamma Lara e a babbo Massimo.