Chiusi: partecipazione molto nutrita alla riunione promossa  dal Comitato per la valorizzazione della stazione di A.V.di Chiusi-Chianciano. Romano Romanini (Comitato), “il 𝗣𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗦𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲: 𝘂𝗻’𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗰𝗶𝗮𝗴𝘂𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗖𝗵𝗶𝘂𝘀𝗶”

L’altra sera a Chiusi Scalo c’è stata una nutrita partecipazione di cittadini, e non solo, alla riunione promossa dal Comitato per la valorizzazione della stazione  di A.V. di Chiusi-Chianciano . Presenti anche molti amministratori del territorio come i sindaci d Chiusi Gianluca Sonnini, di Cetona Roberto Cottini, di Città della Pieve Fausto Risini e parecchi altri. A dare il ‘verso’ alla riunione è stato il prof. Romano Romanini, del Comitato, che è partito dal Piano Strutturale Intercomunale per criticarlo: “un Piano che avrebbe dovuto perseguire la valorizzazione delle vocazioni dei singoli territori con una pianificazione coordinata ed equilibrata e che invece si è tradotto nel suo contrario. La negazione delle peculiarità di alcuni comuni – ha aggiunto -a favore di altri e la conseguente marginalizzazione dei primi.  Che le cose stiano così ce lo conferma la stessa Regione Toscana che a conclusione dell’esame del Piano ha dichiarato:”(…) eccessivo il nuovo consumo di suolo esterno al perimetro del territorio urbanizzato previsto nel PSI della Valdichiana Senese. La conferenza evidenzia inoltre che, (…) in una logica di pianificazione d’area vasta, sarebbe stato opportuno concepire una razionalizzazione maggiore delle aree produttive, identificando le aree più idonee e meglio infrastrutturate, (APEA) e redistribuendo e compensando i vantaggi e gli oneri sia di natura territoriale che ambientale tra i diversi comuni attraverso- ha proseguito Romanini- la perequazione territoriale ed evitare così inutili sprechi di consumo di suolo e la dispersione delle previsioni produttive.” Secondo il Comitato infatti “la sperequazione nella localizzazione delle previsioni e il conseguente squilibrio delle potenzialità e delle vocazioni  che, nel nostro caso, relega Chiusi ad area marginale priva di “ruolo sovracomunale”. Nessuna previsione di valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio (la più estesa e ricca area archeologica dell’intera Unione, il Museo Nazionale Etrusco, le tombe etrusche, il lago), nessuna previsione di riuso di aree dismesse che per dimensioni e collocazione sarebbero in grado di svolgere un ruolo sovracomunale (su tutti la vecchia Fornace e il Centro intermodale) con la sola eccezione dell’espansione del polo commerciale di Querce al Pino che paradossalmente acuisce la forte competitività con le attività ricettive, commerciali e direzionali di Chiusi Città e Chiusi Scalo favorendone l’ulteriore declino. Infine ma non certo per ultimo, è completamente ignorato il ruolo della stazione ferroviaria di Chiusi che, lungo le direttrici nazionali Napoli-Roma-Firenze-Milano-Venezia ad oggi è l’unica porta di accesso ferroviaria a tutta l’area dell’Unione dei Comuni e della Val d’Orcia.  Anche volendo trascurare la acclarata improponibilità della stazione AV nel territorio di Montepulciano (se si farà la stazione in linea a Rigutino e comunque mai alle Tre Berte) i tempi per la sua realizzazione sono dell’ordine di 10 anni (tanti ne sono serviti per la Mediapadana). 10 anni sono un tempo lunghissimo in cui tutto può cambiare e sconcerta come di fronte a soluzioni immediate e già operative a costo zero (Stazioni AV a Chiusi e Arezzo) si voglia, cocciutamente e  bovinamente perseguire il miraggio della stazione in linea. 10 anni, gli stessi dell’orizzonte previsionale del Piano e quindi la domanda è: in attesa della fantomatica stazione in linea cosa ne facciamo della stazione di Chiusi? Qual è la strategia dell’intera Unione dei comuni in questi 10 anni? Il Piano ha bellamente e colpevolmente ignorato la questione, ed è dunque viziato da carenze strategico-strutturali che ne inficiano gran parte delle previsioni, tutte centrate su assunti ipotetici e privi di riscontri reali. Ma allora – si è chiesto Romanini-  perché lo si è adottato? Possibile che i nostri amministratori siano così sprovveduti? Certo, è possibile ma più probabile è che non lo siano. E quindi? E quindi è ragionevole pensare che la localizzazione alle Tre Berte sia un alibi. Un alibi privo di qualunque relazione con il reale contesto delle intenzioni politiche fino ad oggi discusse ed esaminate in merito ai possibili siti ove collocarla. Un alibi per i cittadini utile e necessario ad occultare il supino adeguamento alle direttive regionali del PD ed all’indubbio ruolo egemonico che Montepulciano, Sinalunga e Torrita si sono assicurati con questo Piano. La Regione  vuole comunque la stazione in linea e la vuole a Rigutino. La previsione alle Tre Berte è servita ai tre Comuni per giustificare e imporre previsioni che azzerano il ruolo sovracomunale di Chiusi come centro produttivo, logistico e culturale e lo spostano nei loro territori ed infine a Chiusi per poter dire: meglio lì che niente.Ecco in questo niente paradossalmente a Chiusi rimangono le industrie insalubri e quelle che trattano rifiuti. Quelle non ce le toccano di certo! Non mancherà l’occasione per entrare più nel merito delle scellerate previsioni di questo Piano ma fin da ora è evidentissimo che per Chiusi – ha concluso -è una vera sciagura”.