Cortona: dal 28 giugno al 5 ottobre giugno la mostra documentaria ‘Cantare il Medioevo. La lauda a Cortona tra devozione e identità civica’ al Maec
Si inaugura a Cortona il 27 giugno la mostra documentaria Cantare il Medioevo. La lauda a Cortona tra devozione e identità civica, che per la prima volta vede riuniti i quattro preziosi laudari cittadini giunti sino a noi. Uno di essi, in particolare, il ms. 91 della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca (il Laudario di Cortona per antonomasia) costituisce ad oggi la più antica raccolta esistente di canti in lingua italiana. Con il termine lauda si intendono i canti spirituali in volgare che a partire dal Duecento si diffusero in tutta l’Italia. Ne era stato precursore il Cantico di frate Sole di San Francesco, testo che proprio a Cortona, attorno a frate Elia, continuò a essere cantato da alcuni dei primi seguaci del “Poverello” prima che le confraternite religiose, qui come altrove, cominciassero a utilizzare le laude per le loro attività devozionali.La mostra, a cura di Francesco Zimei, ordinario di Musicologia e Storia della musica all’Università di Trento e tra i maggiori studiosi di questo repertorio, avrà luogo al MAEC di Cortona ed è promossa dall’Accademia Etrusca insieme al Comune di Cortona, con la collaborazione del Centro studi Frate Elia da Cortona e della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e il sostegno del progetto europeo ERC Advanced ‘Laudae’. Vi sono esposti per la prima volta insieme i quattro laudari cortonesi che ci sono giunti: il codice 91, proveniente dal convento di san Francesco, presente a partire dal 1866 nella Biblioteca di Cortona, sicuramente il più celebre, conosciuto da tutti coloro che si avvicinano alla storia della musica; il manoscritto 462, fascicolo conservato nella Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca; il manoscritto 180 della Biblioteca Città di Arezzo, originariamente appartenuto alla confraternita cortonese di Sant’Agostino; il manoscritto 535 oggi conservato nella Biblioteca Trivulziana di Milano. Le raccolte di laude cortonesi costituiscono, per qualità e consistenza, un unicum nella storia culturale del nostro Paese e i loro testi, databili in alcuni casi a fine Duecento, sono importanti anche per lo studio del costituirsi della lingua italiana, per comprendere la nascita della poesia in lingua volgare e più in generale le origini della letteratura del nostro Paese. Il Laudario di Cortona, fulcro della mostra, fu rinvenuto fortuitamente nel 1874 in un sottoscala della Biblioteca e testimonia come le confraternite già nella seconda metà del Duecento si dedicassero sistematicamente al canto di laude in occasione di festività religiose e processioni. All’epoca il cantar laude costituiva una pratica di carattere devozionale molto diffusa soprattutto a livello popolare ma anche un modo per sentirsi parte della comunità civica in un momento storico caratterizzato da violenti contrasti tra le diverse fazioni cittadine.
Accanto alle bacheche che accolgono questi preziosi manoscritti sono posizionati dei totem touch-screen sui quali i visitatori possono scorrere le immagini delle pagine di ogni laudario e ascoltare alcuni brani appositamente registrati in esecuzioni effettuate da complessi musicali specializzati. Il percorso espositivo presenta anche una importante raccolta di cantari religiosi, attualmente conservata nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ma proveniente proprio da Cortona, nella quale figurano fra l’altro il quattrocentesco cantare in ottave su santa Margherita da Cortona e la Passione di Cicerchia da Siena. Ulteriori documenti in mostra danno conto del contesto economico, politico e culturale di Cortona fra Due e Trecento: l’originale dello Statuto cittadino del 1325, oggi conservato all’Archivio di Stato di Firenze; un codice manoscritto inedito, contenente la Legenda del beato Guido, che si conserva nel monastero di S. Chiara, oltre a documenti confraternali e bolle vescovili riguardanti la concessione dell’indulgenza a quanti cantavano laude. Infine, è esposta l’autentica della bolla Vigilis speculatoris di Papa Giovanni XXII, anch’essa di proprietà dell’Accademia Etrusca.
“Con questa mostra – dichiara il sindaco di Cortona Luciano Meoni – la nostra città offre il suo contributo storico e culturale alle celebrazioni dedicate a San Francesco che culmineranno nel 2026. Nell’ambito dell’iniziativa ‘Cortona città francescana’ vogliamo offrire ai concittadini un’esperienza di conoscenza e di riscoperta delle radici della nostra comunità e vogliamo condividere questi valori con i tanti visitatori e i pellegrini che avranno modo di scoprire questo ulteriore profilo. Cortona è stata una città profondamente segnata dalla vita del Santo patrono d’Italia e per questo ringrazio tutti coloro che hanno realizzato l’evento espositivo, partendo dalle testimonianze storiche e valorizzando i reperti e i monumenti ad esso associati. “L’Assessore alla Cultura del Comune di Cortona Francesco Attesti commenta: “la mostra offre un’affascinante immersione nel mondo della devozione popolare tra XIII e XV secolo nella nostra città. Attraverso manoscritti e testi poetici di straordinaria intensità spirituale; l’esposizione rivela il ruolo centrale del canto devozionale nella vita religiosa e sociale del Medioevo. Un’occasione preziosa per riscoprire le radici della nostra tradizione musicale e letteraria che mette in luce quanto sia stato importante per Cortona quel periodo storico.”