I “Grandi dell’Amiata” : Wilhelm Kurze, il grande studioso tedesco del medioevo e del territorio amiatino

di Antonio Pacini
Che cosa spinge un illustre studioso, proveniente dalla lontana Germania, a far seppellire le sue spoglie mortali nel chiostro dell’abbazia toscana del Santissimo Salvatore? E’ il caso di Wilhelm Kurze, grande studioso del medioevo e del territorio amiatino. Non ci mettiamo ad elencare la sua ricca biografia ma ci interessa essere partecipi della sua indagine riscoprendo al tempo stesso il personaggio, con la sua passione e il suo coinvolgimento profondo con il nostro territorio. Se chiediamo in giro pochi sanno chi è Kurze, eppure è forse colui che ha gettato più luce su un’area di diversi secoli legata alla nostra abbazia. Ma egli è stato un iniziatore di un percorso che va ritrovato e continuato. Chi studia il medioevo non può ignorare il monastero del San Salvatore al Montamiata, con il suo patrimonio di sapere e la sua influenza culturale e religiosa. E noi, che ci abitiamo accanto, abbiamo il compito di squarciare il telo di un tempo moderno che induce a credere che la nostra storia inizia con la miniera. Ma il periodo minerario è solo una parentesi in mezzo a secoli di vicende, anche gloriose e ricche di tumulti popolari, fermenti culturali, rivoluzioni nel campo della lingua (postilla amiatina), della religione (codex amiatinus e missale amiatinum) e del diritto (costituto badengo). Anzi, è soprattutto per via della miniera che abbiamo interrotto i legami profondi con il passato, al punto da perdere la cognizione della ricchezza culturale di cui siamo inconsapevoli depositari. I nostri punti di riferimento cominciano con Re Ratchis –ma anche prima- ben oltre un millennio fa. Il dottor Kurze ha scritto molto sul nostro territorio, anche in lingua tedesca, ma le sue opere –pur non essendo divulgative- ben poco sono conosciute da queste parti. Eppure il monastero, insieme al Castello medievale sono davvero i nostri due poli di riferimento, su cui puntare assolutamente. Va bene la miniera con il suo museo, ma non può essere quello il centro di gravità di Abbadia San Salvatore. In questo periodo di grandi cambiamenti è opportuno fare una ricognizione delle cose di valore che abbiamo per preparare una promozione del territorio diversa da prima, sensata e non forzata. Nella riscoperta di noi stessi può esserci utile leggere i testi che ci riguardano (Da Pio II ad Edward Hutton, da Giorgio Santi a Odille Redon) ma soprattutto immedesimarci nei personaggi illustri che hanno trovato da noi un entusiasmo e una voglia di approfondire la conoscenza del posto, che deve accendere qualcosa anche dentro di noi. Uno di questi grandi personaggi è sicuramente Wilhelm Kurze. A lui va il nostro umile riconoscimento, con l’impegno di approfondire la conoscenza del patrimonio che ha dissotterrato per poter essere messo di nuovo in circolazione a beneficio di tutti. Forse non stiamo in un posto da buttare via e ci meritiamo un futuro ben diverso da quello pessimo che ci viene proiettato addosso. Grazie dell’esempio, Wilhelm Kurze.