Monte San Savino : il 16 luglio Amanda Sandrelli nei panni de ‘Le Beatrici’

Venerdì 16 luglio, alle ore 21:15, il Teatro all’aperto di Monte San Savino, nel cortile rinascimentale all’interno di Palazzo di Monte, vedrà il ritorno in città di Amanda Sandrelli, direttrice artistica della stagione teatrale insieme a Luca Roccia Baldini e grande appassionata della sosta in Val di Chiana, con una particolare predilezione proprio per il Monte. Amanda porterà in stagione il suo ultimo lavoro a fianco di Rita Marcotulli al pianoforte: “Le Beatrici” di Stefano Benni.Molti si sono chiesti, sprecando pagine di saggi e di critiche letterarie, se il vero protagonista della Divina Commedia fosse lo sparuto Dante Alighieri nella sua selva oscura o il fine supremo, l’obiettivo del suo viaggio, ovvero Beatrice. Stefano Benni ci risponde con un omaggio e una raccolta dal titolo, per l’appunto, Beatrici. Prima spettacolo teatrale e poi libro, Le Beatrici è un atto di ossequio alla figura femminile e una dedica a tutte le attrici. Una “cantata” contemporanea portata in scena dalla voce di Amanda Sandrelli e dal pianoforte di Rita Marcotulli in un’alternanza tra monologhi e canzoni che rendono omaggio alla complessità della figura femminile. Nelle parole di Stefano Benni c’è sempre la voce femminile, suadente, stridula, a volte addolorata o rappacificata con il mondo circostante a cui la donna però sempre si riunisce scontrandosi, perché l’universo parla soprattutto al maschile. Le Beatrici sembra persino profumare di mamma o di nonna che ci racconta la sua storia davanti ad un fuoco o più modernamente davanti alla tv. Inneggia al femminile il grande scrittore e lo fa destrutturando persino la parola, rendendo la complessità della donna anche nella scrittura, nell’aspetto più strettamente verbale e grammaticale.Poesie che parlano d’amore separano un monologo dall’altro e lo rendono traccia unica in un’opera che è teatro puro e piccolo capolavoro. Dante così nel suo impervio cammino incontra la sua musa, l’amore effimero e platonico, la perfezione che si incarna in volto e corpo umano, ma la sua Beatrice si trasforma e diventa una sorta di affascinante mostro a sette teste.La donna non è raccontabile in un’unica versione, è sempre più frastagliata, vuole raccontarci Benni, e le figure che ci presenta potrebbero essere l’espressione di una sola figura femminile, di una sola Beatrice. I cinque monologhi narrati in scena sono metafora di cinque donne, ma prima di tutto della società che viviamo, intrisa di individualismo e di solitudine. Con un’ironia amara e dolce allo stesso tempo, Le Beatrici ci racconta l’oggi e l’io che si frappone all’universo, di cui la donna è in un certo senso assoluta creatrice.