Montepulciano: l’ospedale di Nottola non chiuderà né sarà ridimensionato.A confermarlo il Dg D’Urso intervenuto a una assemblea sindacale promossa dai medici dell’Anaao-Assomed preoccupati per la carenza di professionisti nei vari reparti causata soprattutto dal ‘pendolarismo’ degli stessi che preferiscono ‘fuggire’ verso il privato.Una assemblea affollata aperta anche ai cittadini e agli utenti e che ha visto la presenza di parecchi esponenti politici
Di Leonardo Mattioli
“Non è vero che l’Ospedale di Nottola sta chiudendo come non è vero dire che l’ospedale sia in fase di dismissione”. A dirlo a chiare lettere, quasi infuriato, il direttore generale dell’Asl Toscana sud est Antonio D’Urso intervenuto oggi all’assemblea sindacale promossa dal sindacato dei medici Anaao-Assomed per esprimere la loro preoccupazione soprattutto sulla carenza di professionisti che “ causa del pendolarismo cui sono sottoposti per raggiungere la struttura, spesso da Siena e da Perugia, preferiscono- sono parole del segretario aziendale del sindacato Francesco Carbone, primario di radiologia- trasferirsi e andare a lavorare nel privato”. Senza contare il problema dell’adeguamento economico. Da ex sindacalista proprio dell’Anaao D’Urso non si è fatto trovare impreparato e, cifre alla mano, ha avuto buon gioco nel rintuzzare le richieste principali, di fronte a una platea affollata non solo di operatori e di cittadini ma anche di un folto gruppo di politici che non hanno voluto mancare a quest’appuntamento importante per il territorio. E così a parte la videochiamata con il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo che non ha escluso “adeguati incentivi per rendere attrattivo l’ospedale”, il messaggio di sostegno dell’on. Rosi Bindi già ministro della Salute e l’assenza notata da molti dell’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini ( impegnato altrove per motivi istituzionali), la regione è stata comunque ben rappresentata dal vicepresidente Stefano Scaramelli di Italia Viva, dal capogruppo regionale di FDI Francesco Torselli e dai consiglieri regionali Elena Rosignoli del Pd e Silvia Noferi del M5s.Senza contare i tanti sindaci come Michele Angiolini di Montepulciano anche nella sua veste di presidente della società della salute dell’area, di Francesco Landi di Sarteano e Agnese Carletti di San Casciano dei Bagni oltre a Gianfranco Maccarone e Marcello Piscitello di Fdi a Montepulciano e a Sarteano, di Mauro Bianchi del M5s poliziano. Senza contare tanti altri esponenti politici e del volontariato locali. Insomma di fronte a questa nutrita platea D’Urso ha snocciolato una serie di cifre per smentire che ci sia carenza di personale e, soprattutto, per far presente che il tema del ‘pendolarismo non è nella disponibilità di questa azienda”. Poi , scendendo nel dettaglio, ha detto: “ ci vuole onestà intellettuale: dati alla mano dal 2019 ad oggi mancano solo tre medici”. Quanto all’aspetto economico “è vero che quanto stabilito per un’ora di straordinario è ingiusto ma allora servono misure governative per adeguarle perché la remunerazione è quella contrattuale secondo l’accordo che anche voi avete firmato”. E qui qualche protesta si è sollevata dalla platea al grido di “vogliamo lavorare di meno”. Applausi anche a Nicola Bettollini, intervenuto come cittadino ma già esponente del Partito Comunista Marco Rizzo, che ha contestato la ‘filosofia’manageriale di D’Urso. Prima di loro per l’Anaao oltre ad Antonio Carbone erano intervenuti anche il vicesegretario nazionale Flavio Civitelli e , in video chiamata, il segretario generale Pierino Di Silverio: quest’ultimo non ha usate mezzi termini nell’accusare “certa parte politica di utilizzare le strutture sanitarie per scopi elettorali. La carenza di medici è dovuta anche alla scarsa organizzazione”. Non da meno Civitelli (“chiediamo al governo toscano come intende rendere l’ospedale attrattivo per i professionisti”) e Francesco Carbone (“ un anno e mezzo fa avevamo consegnato un verbale approvato dalla nostra assemblea e da allora non è cambiato niente”). Secondo l’Anaao-Assomed il problema è legato soprattutto al ‘pendolarismo’ che riguarda circa il 70% della categoria e al turn over non coperto al 25%. Problemi questi che Scaramelli, nella sua veste di presidente della commissione sanità nella passata legislatura, aveva cominciato ad affrontare, come ha ricordato, ma poi i problemi sono rimasti: “occorre che la giunta regionale dia a Nottola il ruolo che ha come baricentro sanitario di un intero territorio –ha precisato e in questo senso bisogna chiedersi se ci sia un senso nel far esistere l’ospedale aretino della Fratta”. Poi Angiolini ha rivolto un appello a tutti: “dobbiamo prendere atto e raccogliere questo grido d’allarme lanciato dai medici per garantire questo presidio sanitario”. Grido d’allarme condiviso dalla consigliera regionale del M5S Silvia Noferi mentre la consigliera regionale del Pd Elena Rosignoli, pur non nascondendosi le criticità legate alla mancanza del personale, ha informato che “si sta lavorando per risolvere il problema del pendolarismo con possibili accordi con i trasporti ma mancano le risorse”. A chiudere la parte degli interventi politici il capogruppo regionale di FDI Francesco Torselli che, oltre a dirsi dispiaciuto per l’assenza dell’assessore Simone Bezzini, ha accolto favorevolmente la notizia che “non è sul tavolo la chiusura di Nottola. Però – ha aggiunto – questa struttura bisogna renderla più appetibile e performante. E poi è il momento di dire che non è più possibile ingolfare i pronto soccorso anche solo per un taglietto al dito . Ci vogliono nuove strutture che smaltiscano il ‘peso’ dei pazienti d mandare al pronto Soccorso”.