Montepulciano:  progetto  impianto a biomasse; associazioni ambientaliste ,”un’ipoteca sulla riserva naturale del Lago. Parliamone” . Le associazioni chiedono che “si fermi l’iter autorizzativo e si apra una fase di reale coinvolgimento dei cittadini di questi territori. A questo scopo proponiamo un dibattito pubblico, promosso dall’Amministrazione Comunale”

Dal Comitato  tutela ambiente e salute riceviamo e pubblichiamo un comunicato sottoscritto anche da Associazione Montepulciano terra Nostra,Circolo Legambiente Terra e Pace, Comitato A.R.I.A. Chiusi, Comitato Pozzuolo Green e WWF sez. Perugia

“La possibilità che nelle vicinanze del Lago di Montepulciano (Riserva naturale regionale nonché Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale) venga attivato un impianto per il trattamento dei rifiuti prefigura uno scenario che mette a rischio la salvaguardia di un’area molto sensibile di alto valore ambientale, storico e paesaggistico. Gli stessi organi regionali nell’esaminare il progetto hanno evidenziato, per le componenti “suolo” e “acqua”, i rischi di un ulteriore degrado, rispetto a quelli già presenti in quanto “(…) i monitoraggi svolti da ARPAT documentano criticità connesse anche a parametri (Nitrati, Ione Ammonio) connessi con l’attività svolta nell’impianto” (cfr. Verbale Conferenza dei Servizi del 11/01/22) e sui quali sarebbe opportuno intervenire per invertirne la direzione. In questo contesto di particolare sensibilità del sito assume grandissima rilevanza la trasformazione da impianto a servizio dell’azienda agricola ad uno industriale di trattamento rifiuti perché ciò significa cambiare radicalmente lo scenario di lungo periodo per l’area. Un cosa è un impianto che produce biogas utilizzando materiale di scarto dell’agricoltura e colture dedicate dell’azienda stessa o di altre (sempre agricole) della zona, ben altra è un impianto industriale che entra nel mercato (in questo caso dei rifiuti) regionale se non addirittura nazionale e che, pur producendo sempre biogas, deve necessariamente adottare le sue regole adeguandone i comportamenti. L’orizzonte imprenditoriale di apertura al mercato di un’attività (qualsiasi attività) comporta obbligatoriamente assumere la logica della “crescita” come elemento fisiologico. Ciò significa che quello che si autorizza oggi è predestinato a crescere nel tempo pena il suo fallimento. Un cambio di paradigma confermato dal raddoppio fin da subito della capacità produttiva dell’impianto. Una prospettiva questa che obbliga tutti ad alzare lo sguardo verso il futuro perché le decisioni che verranno prese oggi avranno conseguenze rilevantissime e durature per noi, i nostri figli e per il futuro di tutta l’area. Non si tratta quindi di non volere “nel nostro giardino” un impianto di trattamento rifiuti che produce biogas ma di valutare attentamente l’inadeguatezza della sua localizzazione in relazione alle altissime peculiarità del luogo e alle sue criticità. Il rischio molto concreto che vediamo è che le “esternalità” negative legate a questa iniziativa sono destinate a crescere nel tempo e a ricadere esclusivamente sull’ambiente e i cittadini che lo abitano che quindi devono essere coinvolti attivamente nel percorso che condurrà alla decisione. Purtroppo esistono altre questioni aperte sul territorio relative a fonti di inquinamento ambientale ed acustico che hanno reso necessaria la mobilitazione di cittadini e associazioni ambientaliste. Il dialogo con l’Amministrazione Comunale è stato a volte difficile e inconcludente. Ci auguriamo che questa volta tutto si svolga in modo disteso e trasparente. Posto che decisioni importanti come questa debbano in ogni caso coinvolgere i cittadini e ogni tipo di interesse specifico, compreso quello del proponente, crediamo che, data la necessità di affrontare con ottiche nuove la produzione di energia, non si debba escludere la ricerca di siti diversi, privi di fragilità ambientali e strutturali, quali aree residuali o industriali. Per queste ragioni chiediamo che si fermi l’iter autorizzativo e si apra una fase di reale coinvolgimento dei cittadini di questi territori. A questo scopo proponiamo un dibattito pubblico, promosso dall’Amministrazione Comunale, a cui partecipino tutte le parti coinvolte. Un confronto che consenta di esaminare e approfondire tutte le tematiche, da quelle di tutela, salvaguardia e valorizzazione ambientale di tutta l’area che fa riferimento alla Riserva Naturale Regionale del Lago di Montepulciano e al Canale Maestro della Chiana a quelle economico-sociali e di qualità della vita dei cittadini e delle aziende che, delle peculiarità di questo territorio, ne hanno fatto la ragione delle loro attività.”