Natale di Luce ad Arcidosso  tra belle tradizioni e spiritualità. Ci sarà anche un presepe di  preziose sculture in legno realizzate dalla famiglia monastica di Bethleem, un monastero sorto a Caux in Francia e che sarà benedetto dal Card. Lojudice

La montagna si illumina ad Arcidosso e lo fa attraverso una serie di iniziative che aggiungeranno valore alle festività natalizie. Il paese, ed una delle sue frazioni più attente alle tradizioni, Salaiola, si popoleranno di momenti significativi che inizieranno proprio nel giorno del santo patrono, San Niccolò. Il 6 dicembre è il punto di arrivo e di partenza di un intero anno e nel pomeriggio a sottolinearlo si terrà una solenne celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Augusto Paolo Lojudice. Da quel momento fino al 6 gennaio sarà un susseguirsi di appuntamenti in un viaggio verso il nuovo anno tra belle tradizioni, calore umano e divertimento. L’obiettivo è offrire a chi vive ad Arcidosso e sulla montagna, ma anche a coloro che verranno a trascorrere un periodo di vacanze, dei momenti collettivi per star bene in maniera spensierata e anche divertente (con la pista di pattinaggio sul ghiaccio). Ma non mancheranno occasioni per momenti di riflessione. “Le festività del Natale – commenta Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso – possono essere un’occasione per stare insieme in famiglia o fra amici in maniera serena. Il Natale è la festa per eccellenza dei bambini che condividono con i più grandi lo stupore di un Dio creatore che si fa bambino. Per fare questo il Comune di Arcidosso ha deciso di rendere particolarmente evidente la sacralità che la nostra montagna ha da sempre espresso e la spiritualità che corre nei nostri luoghi promuovendo per le vie del paese un viaggio alla scoperta di vari presepi: ce ne saranno tanti, oltre a quelli realizzati a Salaiola con la 12° edizione di Presepi in rima, verrà allestito uno bellissimo presso la scalinata del Parco della Rimembranza, quello meccanico montato quest’anno nella Chiesa di San Niccolò, quello collocato in Castello e quello proiettato sui palazzi di piazza Indipendenza. In particolare, quest’anno, abbiamo voluto compiere un salto di qualità attraverso l’arte della famiglia monastica di Bethleem, un monastero sorto a Caux in Francia. Ci siamo lasciati rapire dalla bellezza delle loro statue – acquistate grazie alla generosità di alcuni benefattori – preziose sculture in legno e da tutto quello da cui nascono oltre al valore artistico che esprimono. Questo presepe, che sarà aperto e benedetto dal Cardinale Lojudice proprio il giorno di san Niccolò, quando verranno accese le luminarie, sarà allestito in via Cavour da Valentina Giambastiani.
Da quest’anno Arcidosso si comunicherà anche attraverso il fascino di questi Presepi speciali che popoleranno le nostre vie e le nostre Chiese. Poi ci saranno le nostre luci e ci sarà Babbo Natale e il Villaggio degli Orsi, la Befana e la cena di fine anno, ci saranno i nostri Musei aperti e, naturalmente, tanti dolci e giochi per i bambini, la pista di pattinaggio su ghiaccio (quello vero!), la Panfortata il Mercante in Fiera capercio e la Gara di briscola, tanta musica come sempre e molto altro ancora.”

Le statue del convento di Bethléem
L’atelier d’art de Bethleem è un laboratorio artistico fondato all’interno del Monastero della famiglia monastica di Bethleem sorto a Caux in Francia. I prodotti dell’atelier sono pezzi unici. Il loro stile è caratterizzato da una grande semplicità che trasmette una quiete tipica del loro ordine. La maggior parte delle loro opere sono riproduzioni straordinariamente precise e dettagliate degli alto e bassorilievi della cattedrale di Autun, o produzioni originali che esprimono la meditazione tipica del loro ordine.
Monaci e Monache si dedicano a queste attività per sostenere l’intera comunità e per dare gloria a Dio.  Con grande abilità e dedizione creano veri e propri capolavori mettendo questo lavoro artigianale al servizio della fede cristiana. Come dice la Bibbia, c’è un tempo per seminare e un tempo per mietere. Per le suore di Bethléem c’è anche un tempo per creare: solitamente in primavera, perché il caldo dell’estate fa crepare le statue. Realizzata la statua, è il momento del verdetto. Le suore si riuniscono in assemblea e valutano non solo la bellezza del prodotto, ma anche la devozione e la pietà che emana.
E se è ben fatta ma non soddisfa quest’aspetto fondamentale, niente da fare: la statua viene spezzata in due. Perché la fede, più che l’arte, è una cosa seria, molto seria, e non si può svalutare. Qui la bellezza non basta. La statua dev’essere anche e soprattutto bella dentro. Così, se l’amore per il Signore non traspare nelle forme, la statua non vale.