Piancastagnaio: verso  la 55° edizione  del “Crastatone”. Incontro con Francesco Mancini, castanicolture e imprenditore

Di Giuseppe Serafini

Dopo lo stop dello scorso anno causa  pandemia , a Piancastagnaio  ritorna  il ‘Crastatone’,la più  antica  festa della castagna  Amiatina  giunta  alla cinquantacinquesima   edizione che come tradizione  vuole  si svolgerà  nel  ponte di Ognissanti,  il 30-31 ottobre e il 1 novembre. Sarà  un “ Crastatone  “ che si svolgerà  in sicurezza  e che  vedrà   protagoniste  le quattro  contrade  di Castello, Coro, Borgo, Voltaia, la Pro Loco e l’ amministrazione  comunale  tutti insieme  decisamente  favorevoli  alla ripartenza  della vita sociale in paese. Piancastagnaio,  per storia e tradizione , è  il paese della castagna   che per secoli  ha rappresentato  l ‘ economia ,il sostentamento,  la vita della comunità.  Da alcuni  anni il recupero  di appezzamenti   e castagneti  attorno al paese ha visto moltissimi giovani locali riprendere in mano  l’ attività   della castanicoltura  anche perché  il prodotto  ormai certificato  dop   è  assai richiesto  da consumatori  e commercianti.  Uno dei protagonisti  della ripresa dell’ economia  castanifera  è  senz’ altro Francesco Mancini ,ambulante  e produttore  di castagne che coltiva nel suo ettaro e mezzo di castagneto  in Località  “ Bagno degli Ebrei” a Piancastagnaio. Come ogni anno, per Francesco  Mancini, il mese di ottobre rappresenta l’ epilogo di una grande passione  che dura  tutto l’ anno con la cura  e l’ amore per il bosco.  Sono questi i giorni  della raccolta che quest’ anno  sembra essere in ritardo  rispetto  al calendario  biologico, complice  una stagione  povera di acqua e di sole che ha certamente  ritardato  la maturazione del frutto.  “ Quello attuale – ci dice  Francesco  Mancini- è  un prodotto  molto squisito,  un sapore dolce  come il miele.  È  ricca la produzione  di quest’ anno   e i frutti sono tanti. Purtroppo però- dice Francesco Mancini- vi è  un forte  ritardo  nella maturazione  e ci troviamo   di fronte  a piante i cui  ricci  stanno  aprendosi  mentre  altre  piante  ancora   presentano un forte ritardo di maturazione “. Mancini   ha  acquistato  il castagneto  21 anni fa. Nell’ appezzamento  vi sono  cinquemila metri quadri dove sono presenti piante già  in avanzata produzione  mentre   per  i rimanenti ottomila metri  quadri  vi è  una  coltivazione di giovanissime  piante in sviluppo.” La bellezza di questo luogo- dice ancora Francesco  Mancini- è  l’  habitat naturale per questo tipo di coltivazione.  Credo che anche quest’ anno si possa offrire  un buon prodotto  buono e soprattutto  di qualità  ad un prezzo  che  compensa  esclusivamente    marroni  di prima scelta  a  sei – otto euro al chilo”  .  Da anni  Francesco Mancini ha una  clientela selezionata non solo in provincia  di Siena  ma anche nel Lazio e nel grossetano . Con Francesco  Mancini una ventina di paesani  che  hanno ripreso  l’  attività  castanifera  e che si sono associati  insieme  per valorizzare   un’ attività    importante  per l’amata.