Radicofani: domani 13 marzo manifestazione agricoltori amiatini presso la ex-Rivart per chiedere “lo stato di crisi per il comparto agricolo.L’agricoltore dovrebbe essere libero di svolgere il proprio mestiere con soddisfazione ed una giusta retribuzione.”

Dal ‘Gruppo Spontaneo Agricoltori Amiatini” riceviamo e pubblichiamo

“Gli agricoltori amiatini tornano a farsi sentire, unendo la loro voce a quella di tanti altri in tutta Italia. I problemi di questo settore sono enormi e complessi ma riguardano tutti, non solo chi ci lavora. Stiamo parlando del cibo, della base della vita che deve essere tutelato al meglio. Per questo l’agricoltore dovrebbe essere libero di svolgere il suo mestiere con soddisfazione ed una giusta retribuzione. Non si può continuare a coltivare prodotti che talvolta vengono pagati meno di quanto è costato coltivarli; non si può asserire di tutelare l’eccellenza italiana –come spesso fanno Istituzioni e politica- quando si avvantaggiano prodotti di importazione di più bassa qualità; non si può mettere l’agricoltore nelle condizioni in cui non coltivare diventa più conveniente che coltivare. Per colpa di simili strategie molti hanno chiuso l’azienda e molti altri sono in una situazione di forte preoccupazione, ma se questo andamento dovesse continuare chi garantirà in futuro il cibo migliore del mondo? Chi svolgerà una funzione essenziale per la regimazione delle acque, per dare un valore ai terreni ponendo le basi di un’economia irrinunciabile per la nostra Nazione? Questo settore fa grande l’Italia ma è molto penalizzato da norme che avvantaggiano chi brilla di meno, chi produce dall’altra parte del mondo con canoni ben peggiori dei nostri, chi si avvale di manodopera a basso costo oppure chi si serve di trattamenti giustamente vietati nel nostro Paese. Ovviamente cibi prodotti nella maniera suddetta in quanto scadenti o non etici costano di meno ma invitiamo a leggere le etichette comprando italiano e, quando possibile, da una filiera locale. Soprattutto chi governa a tutti i livelli dovrebbe arginare tale deriva, tale concorrenza sleale schierandosi per uno stile di vita sano collegato al cibo e a chi lo produce.Quella del cibo è una cultura forte che alimenta una professionalità ineguagliabilein nessun’altra parte del mondo. Gli aiuti economici erogatiper l’agricoltura sono necessari, ma le politiche dovrebbero andare verso un miglioramento del reddito dell’agricoltore affinché non si trovi con l’acqua alla gola, così che in futuro possa vivere bene con ciò che produce a prescindere dagli aiuti. Le piccole aziende agricole in Italia vanno per la maggiore e chi le conduce è quindi il miglior amico dell’ambiente; pertanto è da respingere qualsiasi propaganda mascherata di falso ecologismo che vorrebbe un futuro dove il cibo si produca in laboratorio, dove mescolare insetti all’alimentazione umana oppure dove ricoprire distese di terra –al posto dei tetti delle abitazioni- con ecomostri fotovoltaici e simili. Come altri gruppi che si sono formati chiediamo lo stato di crisi per il comparto agricolo. Intendiamo comunicare la nostra realtà -anche a livello locale- che giustamente è difficile da percepire esternamente. Sembriamo spesso invisibili ma invece siamo tanti e svolgiamo una funzione insostituibile non solo per la produzione di ciò che si mangia, ma anche per la cura del territorio. Per questi motivi invitiamo la popolazione a partecipare alla nostra manifestazione del 13 marzo presso la ex Rivart a Radicofani. Vogliamo dire queste cose a tutti affinché molti riconoscano tale voce come la propria. C’è bisogno di intervenire sotto vari aspetti per far crescere anche le eccellenze amiatine, che insieme possono creare un forte richiamo per questo territorio straordinario. “