Radicofani: la cosiddetta “Dogana Pontificia” in stato di abbandono da anni  è arrivata in parlamento con una interrogazione dell’on. Giuseppina Occhionero (IV) al ministro Franceschini

La cosiddetta ‘Osteria Grossa’ di Radicofani, un edificio dall’alto valore storico e artistico collocato sulla Via Francigena in Toscana è al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Giuseppina Occhionero (IV) al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, per sapere quali iniziative il governo intenda assumere per assicurare in misura adeguata la tutela e la valorizzazione della struttura che ha subito un grave crollo di un muro perimetrale, che mette ancora più a rischio questo patrimonio in stato di abbandono da anni.  La struttura , lungo l’antica via Francigena, nel borgo di Radicofani  , venne edificata nel corso del Cinquecento  per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici. I lavori di costruzione iniziarono intorno al 1584, seguendo il progetto dell’architetto granducale Bernardo Buontalenti. L’edificio, collocato in un sito Unesco, è ricco di storia e di elevatissimo pregio artistico. Si tratta di una grande struttura, la cui facciata presenta un duplice loggiato di sei arcate, l’uno sul piano stradale e l’altro al piano superiore. Si compone di quattro piani. Al piano semi interrato si trovano le enormi cantine, al piano terra le stalle, i saloni d’ingresso con le cucine, le sale da pranzo, la Dogana cinquecentesca e le stanze delle guardie. Salendo al piano primo, due grandi saloni, uno dei quali si affaccia sul grande loggiato, l’appartamento dei gestori, la Cappella Regia della S.S. Annunziata e le camere principali. Al piano secondo si trovano due saloni, stanze adibite alla servitù e camere per l’ospitalità più semplice. L’enorme edificio fu usato come Stazione di Posta e per il cambio cavalli fino alla fine dell’Ottocento, quando divenne dimora privata della famiglia Bologna. Già nelle descrizioni dei contemporanei, la c.d. “Osteria Grossa” era però molto di più, configurandosi quale luogo di ricezione di ospiti e viaggiatori di alto lignaggio; il Carandini, a metà degli anni ’60 del XX secolo, la definisce “il Primo Albergo d’Italia”. In questo edificio hanno soggiornato alcuni dei personaggi storici più importanti dell’epoca: i Papi Pio VI e Pio VII, i Granduchi Ferdinando I, Cosimo II, Leopoldo II, Mozart in viaggio per Roma, lo scrittore Thomas Gray, l’imperatore Giuseppe II d’Austria, William Beckford, il gran maresciallo svedese Axel Von Fersen, Giacomo Casanova, il marchese De Sade, Stendhal, François René de Chateaubriand, John Ruskin, Charles Dickens ed altri.