Radicofani : interpellanza gruppo minoranza di Massimo Magrini sulla messa in sicurezza dell’area “La Ripa”. “Se i plinti cubici sono una soluzione provvisoria significa che non c’è ancora un fine lavori quindi – dice Magrini che ha anche mandato una richiesta di chiarimenti alla soprintendenza delle Belle Arti –chiedo  perché l’ area non viene chiusa al pubblico e transennata”

“Se i plinti cubici sono una soluzione provvisoria significa che non c’è ancora un fine lavori quindi chiedo perché l’ area non viene chiusa al pubblico e transennata ? Sulla stampa online è infatti apparso un articolo in cui si parla di lavori “quasi finiti” ma ciò si contraddice con soluzione” provvisionale” riportata negli atti, che farà restare il cantiere aperto fino alla completa messa in sicurezza”. E’ questa una delle domande che il capogruppo di minoranza che fa capo a Massimo Magrini pone in una interpellanza al sindaco di Radicofani Francesco Fabbrizzi a proposito dei lavori effettuati nella zona chiamata “La Ripa”. Nell’interpellanza Magrini asserisce quindi che “ l’affermazione del primo cittadino secondo la quale ora, si possa passeggiare in sicurezza per via della Ripa ” sia sbagliata perché senza un certificato di fine lavori la zona è ancora un cantiere. A meno non si prenda Lei, personalmente la responsabilità di possibili danni a persone o cose. Cosa accadrebbe infatti – si chiede – se una persona dovesse cadere e sbattere contro uno dei plinti provvisori ? Oltretutto inserire una rete da cantiere e nasconderli alla vista impedirebbe di vederli e questo già sarebbe un eccellente risultato”. Nel documento il consigliere di opposizione ricostruisce la storia dei lavori effettuati nell’area per metterla in sicurezza sottolineando come dagli atti approvati dalla Giunta emerga che “prima dell’ estate 2020 c’è stato un sopralluogo congiunto tra amministratori e tecnici del comune di Radicofani e tecnici del Genio Civile dal quale è scaturito un programma di interventi per attivare dei finanziamenti”. Tra l’altro Magrini sostiene di non aver capito la ragione per cui “in mancanza di un progetto complessivo che evidenzi lo stato di pericolo di tutta la zona ,  si sia scelto di intervenire nella parte est della rupe e, soprattutto, perchè l’intervento di taglio degli alberi ad alto fusto, ripulitura e reimpianto sia avvenuta nella parte bassa precludendo, in pratica di intervenire in quella più in alto dove ancora vi sono alberi alti e potenzialmente pericolosi. Né regge – aggiunge – la giustificazione che la zona oggetto dell’ intervento rappresentasse un grave pericolo per la pubblica incolumità, altrimenti vi sarebbe agli atti una Ordinanza che vietava l’ accesso all’ area e ,in attesa dei lavori di messa in sicurezza ,la strada sarebbe stata transennata . Cosa che non è avvenuta. Quindi non c’ erano ragioni che motivassero l’urgenza di cui si parla negli atti”. Quindi, sempre Magrini, fa presente che “durante l’ esecuzione dei lavori di taglio degli alberi ci si accorge dello stato delle lungherine che sorreggono la rete paramassi e si procede ad una perizia suppletiva e di variata distribuzione di spesa  motivando I’ urgenza con la tutela della pubblica incolumità che visto il taglio già eseguito si immagina essere la caduta di massi, cosa che, per fortuna, nell’area oggetto dell’ intervento non avviene da decenni Semmai da questo punto di vista è molto più pericolosa la parte ovest della rupe.  Si ricorre ad una soluzione ” provvisionale” con dei plinti in cemento armato che definire osceni è un complimento ma lo stato di “potenziale pericolo” è un escamotage per procedere velocemente alla realizzazione dei cubi. Che saranno provvisori ma non si sa per quanto tempo.Tutto infatti è legato al finanziamento che verrà chiesto alla Regione Toscana con un Studio di fattibilità approvato dalla Giunta il 24.12.2020”. Altre domande che Magrini pone nell’interpellanza sono le seguenti : “1)Se la zona scelta per l’ intervento era considerata pericolosa “per l’ incolumità dei cittadini e delle abitazioni, visto che alcuni rami erano già caduti sulla strada e sulla rete.” , per quale ragione non è mai stata emessa una ordinanza di pericolo e interdetta l’ area fino alla definitiva messa in sicurezza ?. 2)Possibile che nella fase di sopralluoghi preliminari alla progettazione non si sia verificato lo stato delle lungherine a supporto della rete paramassi ? Se la caduta massi fosse stato il pericolo maggiore la prima cosa da controllare sarebbe stata la rete paramassi e i supporti. 3) Se dai primi mesi del 2020 1′ amministrazione si preoccupava dello stato manutentivo delle reti paramassi e dello stato della vegetazione al punto da richiedere un sopralluogo da parte di tecnici del Genio Civile perché non ha provveduto subito a dotarsi di uno studio di fattibilità per poi pianificare al meglio e in modo coerente gli interventi sulla rupe ? Si sarebbe evitato di fare i plinti per poi , forse, demolirli con uno spreco di risorse pubbliche. 4)  Chiedo  a quali bandi di finanziamento intende partecipare l’ amministrazione comunale e in che tempi si pensa di poter disporre del finanziamento , procedere alla messa in sicurezza di tutta la rupe e rimuovere quei bruttissimi cubi “.