San Quirico d’Orcia : per la prima volta nella storia di ‘Forme nel Verde’, giunta quest’anno alla sua 53.ma edizione, la protagonista è un’artista donna, l’italiana Stefania Vichi, scelta dal curatore e direttore artistico della mostra Carlo Pizzichini. Inaugurazione sabato 20 luglio alle ore 18:00

Per la prima volta nella storia di Forme nel Verde, giunta quest’anno alla sua 53.ma edizione, la protagonista è un’artista donna, l’italiana Stefania Vichi, scelta dal curatore e direttore artistico della mostra Carlo Pizzichini per caratterizzare con le sue sculture il percorso espositivo dell’edizione 2024 della mostra, composto interamente da opere inedite. Il percorso espositivo attraversa le vie e le piazze del centro storico di San Quirico e si sviluppa nel palcoscenico naturale degli Horti Leonini e nelle sale di Palazzo Chigi e di fronte alla magnifica Collegiata romanica della città. Forme nel Verde si svolge tutti gli anni nell’incantevole Val D’Orcia dove si trova uno tra i paesaggi più belli del mondo dichiarato da tempo Patrimonio Unesco. Nella valle si trovano due tra le località più suggestive: Bagno Vignoni con le sue magnifiche vasche romane e la Cappella della Madonna di Vitaleta nel cui vicino sentiero Ridley Scott ha girato una delle scene più belle de Il Gladiatore. A Bagno Vignoni il 20 luglio alle 21:00 Stefania Vichi si presenta con una Performance di danza site-specific, mentre a Vitaleta sarà installata la scultura monumentale “Hard Climb”. Stefania Vichi per Forme nel Verde ha preparato un percorso composto da sculture e installazioni, tra cui una video, creata con l’artista Dario Denso Andriolo, Docente dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Con il titolo “Comfort Zone” la mostra accompagna l’osservatore nella tematica concettuale che l’artista utilizza per indagare il rapporto tra l’uomo e le sue abitudini e, in particolare, con quei mutamenti psicologici che Stefania Vichi definisce “comfort zone” e che, molto spesso, sono in netto contrasto con i veri desideri, i bisogni o le ambizioni del soggetto stesso. La “comfort zone” è la prima delle fasi di crescita il cui sviluppo procede con la “fear zone”, la “learning zone” e la “growth zone” – questi sono i quattro livelli di crescita e apprendimento scelti da Stefania Vichi per costruire la sua mostra. L’opera concettuale “You are the key” – “Tu hai la chiave” è particolarmente emblematica in questo percorso, Stefania Vichi invita a lasciare le paure e i timori e con la propria chiave uscire per esplorare nuovi sentieri di conoscenza e procedere nel proprio cammino di vita. Un invito che non vale solo per l’osservatore, ma è un invito che l’artista rivolge anche a sé stessa, l’invito a sperimentare, creare nuove forme, a confrontarsi con i temi del passato e ad incidere su questi una nuova visione, spesso giocosa ma a volte addirittura irriverente. È l’artista che sposa il suo eclettismo, il suo saper ricercare, la sua attitudine a far emergere nuove idee e, soprattutto, la sua capacità di stupire con le sue forme scultoree e il suo cromatismo imponente, monumentale come le sue opere.  Le opere di Stefania Vichi sono la concretizzazione materica del suo pensiero e del suo procedere. Vichi conosce la materia, sa manipolarla, e progetta spazi da respirare, oppure da transitare, è un’artista che costruisce intervalli e illusioni, che attua una pratica scultorea singolare, per molti versi femminile, ma mai eterea, certamente sofisticata e baroccheggiante, ma che sa stupire, catturare e trascinare lo sguardo e il pensiero dentro e fuori dalla materia.  Negli Horti Leonini saranno installati i monoliti di Lex Italica, un nucleo di sculture che caratterizzano l’estetica di Stefania Vichi e la sua puntualizzazione cromatica. Attorno al monumento storico di Cosimo III, che è installato al centro del grande giardino, Vichi costruirà un monumentale recinto scultoreo, l’opera site-specific, dal titolo Comfort zone, misura tre metri per lato e consente di entrare in un giardino illusorio, ovvero nel riflesso virtuale dello spazio esterno. Quest’opera manifesta quel concetto di ingresso e uscita dalla “comfort zone” che è il tema della mostra. Nell’installazione ai piedi di Cosimo III Stefania Vichi introduce con il suo fare ironico un “intervallo pacificatore”: gli Horti Leonini abitati da placide pecorelle che brucano nella comfort zone. La grande gabbia di You are the key è la metafora di ogni comfort zone, installata nel centro storico di San Quirico d’Orcia, davanti a Palazzo Chigi, abbatte il neutrale atteggiamento di coloro che si nascondono a sé stessi, non si pongono domande e consumano solo risposte preconfezionate prima di prendere la chiave e aprirsi verso la discomfort zone. Alla Chiesa della Vitaleta sarà installata Hard Climb, una scala in ferro di oltre cinque metri composta da improbabili scalini in acciaio che, come uno specchio, riflettono la facciata della Cappellina. Una salita difficile, se non impossibile, un passaggio aperto nella paura che conduce alla visione dello spazio circolare creato dall’artista che divide il campo di grano da zone arate e rappresenta una visione anch’essa sconnessa e dissonante. Nella sua interezza la mostra di Stefania Vichi per Forme nel Verde 2024 è composta da venti opere, tra sculture e installazioni monumentali. Una parte delle opere allestite all’interno di Palazzo Chigi sono poste in dialogo con una serie di sculture di studenti delle Accademie di Belle Arti italiane e con una collezione privata di grande valore storico-artistico di ceramiche antiche e moderne esposte al pubblico per la prima volta. Stefania Vichi è nata nel 1986 a Perugia, dove vive e lavora. Diplomata in danza classica e avvocato, negli ultimi anni si è dedicata completamente all’arte. Come in una performance, Stefania Vichi crea sempre una relazione tra la sua figura e le sue opere, documentando le stesse attraverso immagini che la ritraggono come parte integrante del suo lavoro. Abbigliata e interprete della sua poetica, Vichi racconta come l’opera appartenga all’artista e l’artista alla sua opera. La sua abilità nel mescolare la sua arte con abiti sfarzosi, accessori improbabili come guanti di plastica, salvagenti e secchielli, vistosa bigiotteria, mette in luce una Stefania Vichi capace di unire l’arte all’estetica e al glamour contemporaneo.

I suoi lavori citano l’estetica barocca. In particolare, le forme scultoree dei Lex Italica, veri virtuosismi barocchi, sono caratterizzate dal movimento di un panneggio che percorre l’opera e ne crea la sua singolare plasticità. Il primo approccio alle opere di grandi dimensioni avviene nel 2015, su richiesta di uno studio di architettura di Milano.