Sanremo: Roberto Benigni e la Toscana che illumina ancora una volta l’Ariston

Di Stefano Magi

Un altro toscano ha lasciato il segno a questo Festival di Sanremo 2025. Roberto Benigni, con la sua energia incontenibile e la sua ironia tagliente, ha trasformato il palco dell’Ariston in una ribalta dove la satira, la cultura e la riflessione si sono intrecciate senza soluzione di continuità. Non è la prima volta che accade, ma ogni volta è un evento a sé: perché Benigni non si limita a essere ospite, diventa protagonista, imprimendo alla serata quel ritmo travolgente che è solo suo. E stavolta è tornato a fare il Benigni Benigni: quello che ami o ti sta sulle balle.Ieri sera, il premio Oscar nato a Manciano La Misericordia, una frazione di Castiglion Fiorentino in provincia di Arezzo, ha esordito con una delle sue entrate fulminanti, scherzando su Carlo Conti e sulla sua ubiquità televisiva: “Sono un Carlo Contiologo, figurati se mi perdevo il tuo debutto a Sanremo!” ha esclamato, fingendo di confondere i programmi condotti dal presentatore. Un inizio in perfetto stile Benigni, dove il gioco comico si fonde con la capacità di tenere la scena come pochi sanno fare. Ma, come sempre, non è mancata la satira pungente, quella che si infila tra le pieghe dell’attualità politica senza bisogno di spiegazioni. “Carlo, hai paralizzato l’Italia, dovresti fare il ministro dei Trasporti”, ha detto, con un chiaro riferimento al ministro Matteo Salvini. E ancora, con la sua ironia folgorante: “Ho salutato Marcella Bella dicendo ‘Bella ciao’ ed è successo un casino! Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per Caso”. Dai giochi di parole alla politica internazionale, il passo è stato breve. Benigni ha evocato Elon Musk e Donald Trump, immaginando lo stesso Musk intento a seguire il Festival e a votare per “Giorgia” (chiara l’allusione alla premier Meloni), mentre Trump, con la sua solita irruenza, avrebbe minacciato dazi sulle trofie al pesto pur di annettere la Liguria agli Stati Uniti.A chiudere l’intervento, un momento di sincera intensità: il messaggio al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo in quello che dice. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei per la sua dignità e umanità.” Un passaggio che ha riportato la serata su un piano più alto, lontano dalla leggerezza del gioco e vicino a quella dimensione civile che Benigni, da sempre, porta nelle sue apparizioni pubbliche. Un altro talento (straordinario) della Toscana, dunque, ha saputo illuminare quest’edizione del Festival. Non solo con la sua comicità inconfondibile, ma con quel misto di intelligenza e profondità che rende la parola uno strumento potente, capace di intrattenere e far pensare. E ieri sera, sul palco dell’Ariston, Roberto Benigni ha ricordato a tutti perché il suo modo di raccontare resta unico.