Sarteano: aperto in pieno centro storico lo studio dell’artista Samuele Calosi  che da anni si è convertito al Naif “in chiaroscuro” dedicato al lavoro degli ultimi

Da qualche settimana Sarteano è sempre più anche cittadina d’arte: infatti è diventato il luogo dove un artista molto particolare ha deciso di fermarsi aprendo uno studio proprio nel centro storico. Si tratta del fiorentino Samuele Calosi che dopo aver sperimentato nel corso degli anni un po’ tutte le tecniche pittoriche ha scelto l’inchiostro di china  come il metodo preferito per le sue grafiche. Non a caso negli ultimi anni  la sua produzione artistica si è definitivamente convertita alla corrente Naif, in particolare all’arte Naif “in chiaroscuro”. Senza rinnegare la formazione accademica Calosi è sempre rimasto affascinato dall’arte popolare, dalla rappresentazione umile, istintiva e semplificata della vita e soprattutto del lavoro degli ultimi (per esempio della civiltà contadina ). “Disegno mani sproporzionate a sottolineare – dice di sé – i principali strumenti del duro lavoro in campagna; mani più grandi che “costringono” l’insieme della figura ad una generale dismorfismo che, inserite in un contesto di semplificazione prospettica e compositiva, richiamano, appunto, l’esperienza artistica Naif.Non è  mia intenzione riprodurre fedelmente l’iconografia di uno specifico periodo storico, ma – aggiunge – figure immediatamente leggibili, ingenue, quasi grottesche: piccole, semplici, umili, ma nobili storie; quelle dei tanti nessuno rese solenni e fermate nel tempo, nella loro semplice rituale ripetitività.O anche singole scene di un’ideale rappresentazione teatrale, dove si rappresenta chi dal copione della vita ha avuto le parti più nascoste, meno visibili al grande pubblico: le parti più dure e silenziose dietro le quinte del grande palcoscenico della storia.Meno visibili, ma spesso determinanti e sicuramente non meno nobili di quelle di chi ha avuto o si è preso il posto sul proscenio.Un piccolo contributo a che la bellezza di quelle vite non venga dimenticata, in questo progredire della meravigliosa e misteriosa rappresentazione della vita, bensì accolta con la stessa attenzione riservata ai protagonisti; perchè quando cala il sipario tolti gli abiti di scena – le maschere – tutti – conclude Calosi – ci ritroviamo con gli stessi dubbi, paure, gioie, ansie, godimenti, sofferenze, delizie, demoni, piaceri e dolori, che iniziano in grembo a un misterioso vagito e finiscono in un altrettanto misterioso eterno sonno.E nel silenzio rimane il ticchettio del ricordo, per chi ancora recita la sua veglia.”