Sarteano: lo stato attuale delle ricerche archeologiche del territorio  nell’ultimo libro dell’archeologa Alessandra Minetti che  sarà presentato il 5 novembre. Nel volume “Materiali per la Carta Archeologica del Territorio di Sarteano” allegata la Carta archeologica di Sarteano.Nel 2003 la Minetti ha scoperto la famosa Tomba della Quadriga Infernale presso la necropoli delle Pianacce a Sarteano

Sarà presentato sabato 5 novembre ore 16,00 al Teatro comunale degli Arrischianti di Sarteano il libro “Materiali per la carta archeologica del Territorio di Sarteano” (con carta archeologica allegata) di Alessandra Minetti – pubblicato nella «Collana Biblioteca etrusca. Contributi alla conoscenza della civiltà etrusca», a cura di Arbor Sapientiae Editore. Il libro che inquadra lo stato attuale delle ricerche archeologiche del territorio di Sarteano sarà presentato da Ada Salvi della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo. Alla presentazione sarà presente l’autrice.  La costituzione di banche dati di rinvenimenti archeologici utilizzabili da enti pubblici e privati, o da singoli cittadini; l’adozione di normative legali ed amministrative necessarie per l’inserimento dei dati archeologici nel contesto delle grandi opere pubbliche; l’educazione dell’opinione pubblica alla conoscenza. Sono questi alcuni principi che – a partire dal 1992 con l’approvazione della European Convention on the Protection of the Archeological Heritage da parte degli Stati membri dell’Unione Europea – rendono il patrimonio archeologico un fondamento dell’identità culturale europea e a livello locale, attraverso la redazione della carta archeologica territoriale vengono poste le basi per la conoscenza e di conseguenza la tutela del proprio patrimonio culturale. Il libro di Alessandra Minetti si inquadra in questo contesto di conoscenza; uno strumento di grande utilità sia per i cittadini di Sarteano che per l’Amministrazione comunale, utile anche per la pianificazione urbana.L’archeologa Alessandra Minetti nel corso della sua vita si è concentrata, da sempre, sul territorio di Sarteano e le aree limitrofe, pubblicando diverse monografie, a partire da quella tratta dal suo dottorato “L’orientalizzante a Chiusi e nel suo territorio” e quelle sugli scavi che ha diretto nel corso degli anni nel territorio di Sarteano, “La necropoli della Palazzina nel Museo Civico Archeologico di Sarteano” e “La necropoli delle Pianacce nel Museo Civico Archeologico di Sarteano”. Nel 2003 ha scoperto presso la necropoli delle Pianacce la ormai nota Tomba della Quadriga Infernale, di cui ha pubblicato la monografia e diversi articoli in riviste scientifiche; nel 1997 ha realizzato il Museo Civico Archeologico di Sarteano che da allora dirige.«Questo libro rappresenta una sintesi unica e preziosa di quanto offre il territorio in termini di testimonianze archeologiche, nell’arco di un amplissimo periodo che va dalla Preistoria e dal Neolitico sino alle soglie delle fasi medievali, passando per le più ricche fasi etrusca e romana. Una dettagliata schedatura dei siti, indagati sia archeologicamente che da pazienti ricognizioni di superficie, come anche da notizie storiche documentali ed orali. Il merito va alla nostra Direttrice del Museo Civico Archeologico, dott.ssa Alessandra Minetti, che ha prodotto nell’arco di oltre un quarto di secolo, con una passione incessante per questo territorio che non è mancata neanche quando la vita le ha posto dinanzi difficoltà cogenti” – afferma Francesco Landi, Sindaco di Sarteano. Il volume raccoglie lo stato attuale delle ricerche archeologiche del territorio di Sarteano dalla preistoria fino all’alto-medioevo, con particolare riguardo al periodo etrusco. L’area oggi inserita nel comune di Sarteano risulta, infatti, con la polis centrale di Chiusi e l’area di Chianciano, la più ricca di insediamenti dell’agro chiusino e dal 1825 in poi ha restituito una quantità impressionante di dati archeologici, alla quale si è purtroppo affiancata una disastrosa dispersione del suo patrimonio nei Musei di vari paesi d’Europa, spesso con la perdita dei dati di provenienza. Il libro “tira le fila” e sintetizza questa storia, sia dal punto di vista delle vicende antiquarie, sia soprattutto dell’analisi topografica del terreno, con una schedatura sistematica di tutte le emergenze finora note.Il lavoro di Alessandra Minetti si articola in più sezioni che vanno dai primi ritrovamenti ottocenteschi e le vicende antiquarie alle ricerche archeologiche del XX secolo e la storia degli studi, dai musei che accolgono materiali del territorio di Sarteano alle schede topografiche dei siti archeologici. Il lavoro raccoglie una nutrita appendice documentaria, dove vengono citate le fonti di archivio, le fonti edite e, in allegato, la carta archeologica del territorio di Sarteano. Nel volume viene indagata l’Etruria settentrionale interna, che ha delle dinamiche insediative in gran parte diverse da quelle dei grandi centri dell’Etruria meridionale, come Vulci, Tarquinia, Cerveteri o Veio. «Se si esclude il centro urbano di Chiusi che negli ultimi decenni ha restituito cospicue testimonianze archeologiche insediative già a partire dalla fine dell’età del Bronzo – afferma Alessandra Minetti nella sua ricerca – nel resto del territorio mancano quasi del tutto scoperte riguardanti gli abitati e le analisi topografiche devono basarsi sulla dislocazione delle necropoli. Queste ultime scontano un’ormai ben nota attività di scavi ‘di rapina’ portati avanti per tutto il XIX secolo e continuati in forma clandestina anche per gran parte del XX, che hanno depauperato in maniera irrecuperabile non solo il territorio, ma hanno reso complessa qualsiasi analisi storico-topografica. Nessun moderno lavoro per la realizzazione di una completa carta archeologica con la ricognizione come strumento base, può tuttavia prescindere dai dati qui raccolti, ricavati da uno spoglio delle fonti d’archivio, da quelle edite meno note e da una capillare conoscenza del terreno». «Questo volume – conclude Alessandra Minetti – si pone, quindi, non come punto di arrivo, ma come una base di partenza per chi in futuro, con nuovi strumenti tecnologici e nuove analisi territoriali, studierà questa fondamentale porzione dell’agro chiusino, basandosi sull’impressionante mole di dati che essa offre e che sono in gran parte già raccolti in questo lavoro».